Borseggiatrici rom, via le gonne larghe e viso coperto: social e tv le costringono a nuove tecniche (video)
La diffusione dei video che registrano le borseggiatrici rom in azione su bus e metro, ha cambiato il loro modus operandi. Le ladre in azione, costrette dalla denuncia mediatica – e dal turbolento dibattito che ne è seguito – sono state costrette dal clamore e dall’indignazione che la loro vicenda criminale ha scatenato a rivedere tecniche e coreografie dei furti a bordo dei mezzi del trasporto pubblico, da Roma a Milano in più parti d’Italia. Quarta Repubblica, che nella puntata di ieri sera è tornata ad occuparsi del fenomeno con un’intervista realizzata al poliziotto romano Marco Milani, che per almeno 15 anni si è occupato del caso di cronaca esploso in tutto il suo potenziale nelle ultime settimane. Specie dopo la levata di scudi della consigliera dem milanese, Monica Romano e dei suoi colleghi del Pd che le sono andati dietro.
Borseggiatrici rom, le denunce video le costringono a cambiare il modus operandi
«Nel corso degli anni le borseggiatrici si sono evolute. Ora si vestono alla moda, come le coetanee italiane, e si spacciano spesso per studentesse o turiste», ha spiegato l’agente ai microfoni del talk di Rete 4 condotto da Nicola Porro, enucleando le difficoltà a cui sono ovviamente andati incontro i colleghi al lavoro per contrastare il dilagante fenomeno. «Ultimamente – ha spiegato Milani – tendono a coprirsi parte del volto con un foulard o con una mascherina… Forse a causa della diffusione dei video e delle telecamere». Camuffamenti a parte, poi, il poliziotto romano si è soffermato anche sul modus operandi, denunciando che – anche in questo caso – le tecniche hanno subito opportune modifiche in corso d’opera.
Tecniche e camuffamenti si aggiornano al dilagare social dei video dei furti
«Uno dei modi più classici con cui agiscono – ha rilevato dunque Milani in tv – è la cosiddetta tecnica del saliscendi. Si posizionano su banchine particolarmente affollate della metropolitana; si inseriscono tra le persone e cercano di colpire poco prima della chiusura delle porte, in modo da poter scendere quando il treno parte». Nulla di particolarmente elaborato insomma: si mescolano ai possibili obiettivi e, una volta individuata la vittima, la depredano con destrezza. Già, come scelgono il soggetto da mazzolare allora? A questa domanda in realtà ha risposto Zona Bianca nell’ultima puntata, in onda domenica scorsa. Anche in questo caso, il programma condotto da Giuseppe Brindisi ha fornito un dettagliato elenco di opzioni. Una “scaletta” che parte da un presupposto di base: le vittime preferite delle borseggiatrici rom sono i turisti giapponesi.
Borseggiatrici rom, la scelta della preda: i turisti giapponesi tra i più colpiti
Così, ha spiegato la trasmissione di Rete 4 alle prese con un nuovo capitolo dell’inchiesta sulle borseggiatrici rom – e sulle possibili organizzazioni a cui farebbero riferimento – la tratta Milano-Venezia in particolare sarebbe la linea preferenziale delle taccheggiatrici. Sia per i furti in strada, che sui mezzi pubblici. «Sono dietro a un buon giapponese, a quello di prima ho preso 300euro», raccontava qualche giorno fa il Tgcom24 rilanciando un servizio di Zona Bianca. E dando conto del dialogo tra una borseggiatrice e un’amica, avvenuto subito dopo un colpo. Sottolineando a stretto giro: «Dalle zone dove agire. Ai guadagni settimanali alle controversie con la polizia: i clan che sfruttano il racket gestiscono minuziosamente ogni aspetto dell’attività, che cresce nei periodi di maggiore afflusso turistico».
Anche per il fermo è prevista una “scaletta”…
Un raggiro criminale che non si limita al furto. Come ha evidenziato sempre la trasmissione (clicca su qui per vedere il video) coi suoi servizi della settimana scorsa, infatti, anche al momento del fermo di una delle borseggiatrici scatta un piano pre-definito. E, naturalmente, organizzato con la banda. I cui membri – vista la legge, trovato l’inganno – si adoperano immediatamente per portare alla donna arrestata il figlio o la figlia, al fine di evitare carcere e, se possibile, “alleggerire” la sua posizione. Per quanto riguarda il bottino frutto delle imprese quotidiane, invece, i proventi indicano cifre “pesanti”. Come scriveva a riguardo sempre il Tgcom24, infatti: «Il business dei furti ai danni di turisti stranieri frutta al clan che gestisce le borseggiatrici rom migliaia di euro a settimana». Denaro speso «tra automobili. Orologi. E gioielli di lusso»…