Blitz di polizia nel monastero di Kiev, arrestato il metropolita filorusso: aveva maledetto Zelensky
Il monastero delle Grotte di Kiev è stato circondato da agenti della polizia che impediscono l’accesso ai fedeli dopo che il metropolita Pavel, a capo del monastero, è stato messo agli arresti. Alcune decine di persone si sono comunque radunate presso gli ingressi del sito, cantando inni sacri. Questa mattina è emerso che il metropolita – come da lui stesso dichiarato – è stato accusato dalle autorita’ ucraine di incitamento all’odio interreligioso e di giustificazione dell’aggressione armata da parte della Federazione Russa. È accusato, tra le altre cose, di aver maledetto il presidente Zelensky e i suoi figli.
Il metropolita Pavel, che ha la responsabilità del Monastero delle Grotte di Kiev per la Chiesa Ortodossa Ucraina, è accusato di collaborazione con la Russia e di incitamento all’odio religioso. pic.twitter.com/HOdjO7JjX4
LEGGI ANCHE— Marco Bordoni (@bordoni_russia) April 1, 2023
Il metropolita Pavel fedele al patriarca Kirill
L’agenzia Tass riferisce di un video diffuso dal rettore dei monaci della Chiesa ortodossa ucraina che faceva capo al Patriarcato di Mosca che hanno sfidato l’ordinanza del governo di Kiev che chiedeva loro di lasciare il monastero nei giorni scorsi. Il governo ha preso il provvedimento, dopo aver perquisito il sito lo scorso anno, perché ritiene che alcuni esponenti religiosi abbiano mantenuto legami con il Patriarcato di Mosca anche dopo la rottura dello scorso maggio. Decine di esponenti religiosi sono stati arrestati con l’accusa di tradimento. Il monastero dell’undicesimo secolo è la culla dell’ortodossia. Ospita un ramo del cristianesimo ortodosso in Ucraina che è tradizionalmente fedele al patriarca Kirill, massimo esponente della chiesa russa.
Le accuse: incitazione all’odio interreligioso e di giustificazione dell’invasione russa
Il metropolita Pavel è stato accusato dalle autorità ucraine di incitamento all’odio interreligioso e di giustificazione dell’aggressione armata da parte della Federazione Russa. L’accusa gli è stata rivolta dal Servizio di sicurezza ucraino (Sbu), che ha nel frattempo confermato la notizia. Secondo le autorità, Pavel ha ripetutamente offeso il sentimento religioso degli ucraini nei suoi discorsi pubblici, sminuendo anche i credenti di altre fedi e contribuendo a un atteggiamento ostile nei loro confronti. Ha, inoltre, fatto dichiarazioni che hanno giustificato o negato l’invasione russa dell’Ucraina. “Questo e’ stato confermato anche dagli esami avviati dal Servizio di sicurezza”, ha riferito lo Sbu.
“Nel monastero di Kiev un covo di spie russe”
Nel 2022, lo Sbu “ha avviato misure di controspionaggio e di sicurezza negli ambienti Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, con lo scopo di fermare le attivita’ distruttive del clero filorusso”, ha spiegato l’agenzia di intelligence. “In conseguenza delle misure attivate, 61 procedure penali sono state aperte contro 61 presuli. In totale, la magistratura ha gia’ emesso sette sentenze contro sacerdoti che si sono schierati con il nemico”, ha continuato lo Sbu. Sono state disposte anche sanzioni contro 17 membri della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca e quasi 250 di loro si sono visti vietare l’ingresso nel territorio dell’Ucraina.