Processo Vaticano, diversi testimoni disertano: non ci sono garanzie. L’ira di Pignatone

8 Mar 2023 14:25 - di Roberto Frulli
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Ritengono che in Vaticano non vi siano le giuste garanzie processuali e, quindi, diversi testimoni che oggi erano stati chiamati a parlare al processo in corso sullo scandalo finanziario dell’acquisto del palazzo londinese di Sloane Avenue che sarebbe stato strapagato dalla Santa Sede, non si sono presentati in udienza disertando l’appuntamento davanti al Tribunale Vaticano.

Molti dei testimoni che oggi avrebbero dovuto presentarsi non sono venuti: tra loro anche Antonino Becciu, titolare della Cooperativa Spes e fratello del cardinale Angelo tra i dieci imputati nel processo in corso.
L’unico ad essersi presentato è stato il cugino di Fabrizio Tirabassi, Felice Liberatore, sentito sulla perquisizione della Gdf avvenuta nel 2020 nei locali di Celano del padre di Tirabassi.

In particolare, Antonino Becciu e don Mario Curzu, implicati nel procedimento in corso in Italia -in Vaticano coinvolti solo come teste -attraverso il loro legale, Ivano Iai, hanno sostenuto di non essersi presentati perché a loro detta in Vaticano non vi sarebbero le garanzie per un giusto processo nei confronti di chi è già coinvolto in un altro procedimento in Italia.

Un rifiuto a testimoniare per il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone che in una ordinanza ha ritenuto “illegittime ” queste assenze come pure “irricevibili” i rilievi del legale riconvocando i due testimoni per il 31 marzo e sottolineando che in Vaticano ci sono “tutte le garanzie per un giusto processo“.

Non solo, Pignatone, seccato, ha fatto notare: “Si vuole mascherare con argomenti giuridici la non disponibilità a testimoniare sui fatti oggetto di questo processo“.

Stamattina non si è presentato neppure l’architetto Capaldo, già sentito dal Promotore di giustizia ma non da tutte le difese degli imputati che hanno lamentato la circostanza.
Pignatone lo ha dunque riconvocato per il 29 o il 30 marzo dicendo: “Se non viene, non sarà più sentito“.

All’inizio dell’udienza, l’avvocato Scaroina, per la segreteria di Stato che si è costituita parte civile, ha riferito che non sono state trovate tracce di rapporti tra la segreteria di Stato e “Cecilia Zulema”, alias Cecilia Marogna.
Si riprende domani alle 15.30 con il seguito di interrogatorio dei vertici della Gendarmeria, De Santis e Gauzzi.

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