“Tra le più brutte pagine delle televisione”. Sergio, direttore di RadioRai, stronca Fedez e Rosa Chemical

12 Feb 2023 15:47 - di Gabriele Alberti
Rai Fedez Rosa Chemical

“Tra le più brutte pagine delle televisione italiana”. Viva la faccia.  È un uomo che ha a cuore l’azienda,  Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, che si dissocia nettamente in un commento social dalle volgari esibizioni sanremesi di Fedez e Rosa Chemical. L’atto sessuale tra i due mimato in platea ha superato il segno.

Rai, Sergio (RadioRai): “Tra le più brutte pagine delle televisione italiana”

Dopo avere ascoltato le arrampicate sugli specchi di Stefano Coletta, spicca per contrasto l’onestà intellettuale di Sergio che, unico in Rai, ha avuto fin’ora il coraggio di rompere il fronte dell’unanimismo sfrenato ed entusiasta di chi si trincera dietro il patetico: “Abbiamo fatto il 70 per cento di share, che volete…?”. Come ha risposto Coletta, responsabile dell’intrattenimento, alle critiche. Gli ascolti, lo share, non giustificano tutto. E infatti basta dare un’occhiata ai commenti sui social che dalla notte di sabato ad oggi inondano il web per capire che la performance simil-sessuale tra Fedez e Rosa Chemical confluita nel bacio sul palco è stata sgradita alla quasi totalità del pubblico collegato con il Festival di Sanremo 2023. “Avete superato il limite, ridateci i soldi del canone”, è stato il commento più soft e pubblicabile tra quelli pervenuti e che ancora stanno arrivando.

Sergio: “Mi dissocio dalla riproposizione del video su RadioRai”

E infatti sui social Roberto Sergio non ha avuto esitazione nel definire la simulazione dell’atto sessuale in platea tra Rosa Chemical e Fedez ‘tra le più brutte pagine della televisione italiana’. Ha fatto anche di più: si è esposto dissociandosi nettamente dalla riproposizione del video su Rai Radio 1. Consigliere di amministrazione di Rai com, della società Tavolo editori radio, è l’unica voce nel deserto che da viale Mazzini si è levata  contro le esagerazioni di un festival sempre più spettacolo trasgressivo  e sempre meno gara canora. Con buona pace dell’eticità e del buon senso di un’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo. Questo il suo commento apparso sulla pagina di RadioRai.

Sanremo 2023, il ruolo del servizio pubblico scivolato di mano

Il direttore di Radio Rai è noto ed apprezzato per essere “un uomo azienda”, come si dice in gergo per significare l’attaccamento al ruolo di servizio pubblico che viale Mazzini non dovrebbe mai mettere in secondo piano. E in questa edizione di Sanremo 2023 troppe polemiche ne hanno mostrato al contrario un’immagine appannata, con episodi francamente mal gestiti, quand’anche in qualche modo “preconfezionati”. Un’edizione della kermesse canora  che è sembrata scivolare di mano a dirigenza e direzione artistica, dopo le polemiche sulla presenza di Sergio Mattarella senza avvertire il cda della Rai.

Quando la Rai mise in quarantena Vianello e Tognazzi…

Tante le “scivolate”: il “pasticciaccio” della presenza del presidente ucraino Zelensky, ridimensionato poi a lettera letta a notte inoltrata. Quindi Fedez che strappa la foto del vice ministro Bignami , l’invocazione della legalizzazione della cannabis; “condita” con le dichiarazioni di Morandi in conferenza stampa piuttosto ondivaghe e gravi: “Porca miseria questa cannabis non l’ho mai provata, la devo provare…”.  Senza dimenticare i fiori di Sanremo divelti brutalmente da Blanco. E l’accusa di essere un Paese razzista.  Insomma, di tutto e di più. In Un’azienda che nel 1959 cacciò i grandi Tognazzi e Vianello per uno sketch sulla sedia di  Gronchi, caduto dalla seggiola a teatro…

 

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