Foibe, negazionisti senza vergogna: a Roma, Firenze e Bologna inneggiano ai “patrioti di Tito”
La mamma dei cretini negazionisti è sempre incinta. A Roma sono stati affissi questa mattina a San Lorenzo, manifesti negazionisti sulle foibe. Firmati dal collettivo Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), firmati dai comunisti, come se non fosse mai caduto il Muro di Berlino.
Odio e ignoranza rossa: inneggiano al dittatore Tito
Le vittime dell’odio rosso non trovano pace e i quattro fanatici comunisti si sono mossi un po’ in tutta Italia. A cominciare dai Social. In tanti, purtroppo, stanno condividendo la vergognosa immagine del dittatore jugoslavo Tito. Sotto l’immagine del sanguinario despota comunista, una scritta da autentici somari della storia: “Dalla parte giusta della storia, con la resistenza jugoslava, contro il revisionismo fascista”. Per dirla con Sgarbi, autentiche capre rosse, che avrebbero bisogno di studiare: magari andando direttamente in quelle terre, con visita rieducativa alle foibe, come quella in Slovenia con tremila scheletri ancora da ricomporre. Ecco, sarebbe da mandarli a ricomporre gli scheletri i quattro ragazzotti che hanno affisso i manifesti a Roma. Ma anche a Bologna, dove la campagna di affissione ha riguardato alcune vie del centro cittadino.
Foibe: da Bologna a Roma, i manifesti negazionisti
Bologna che per prima dovrebbe provare ribrezzo e disgusto per l’infamità commessa contro quelle vittime e quegli esuli. La cittadinanza bolognese, sobillata dal Pci, protestò e impedì al treno degli esuli di fermarsi in varie città d’Italia, tra cui appunto Bologna. La colpa di quei poveri passeggeri? Essere esuli Iugoslavi Italiani.
Negazionisti: a Firenze il centro sociale con la bandiera Jugoslava comunista
A Firenze, il culmine della vergogna lo hanno raggiunto quelli del Cpa, il centro sociale più grande di Firenze, che ha esposto questa mattina due enormi bandiere della Jugoslavia comunista del dittatore Tito. Un gesto tanto disgustoso, quanto emblematico: l’esposizione di quel simbolo implica che per quei ragazzotti dei centri sociali, coccolati e foraggiati dal Pd e da Sinistra italiana, l’orrore del comunismo era cosa “buona e giusta”.