Nigeria, rapito un altro sacerdote: è il terzo in 5 giorni. L’appello: «Fermate questa piaga»
Un altro sacerdote rapito in Nigeria. È il terzo prete rapito in cinque giorni. Padre Mark Ojotu, cappellano dell’ospedale St. Mary, Okpoga, è stato sequestrato ieri pomeriggio lungo la Okpoga-Ojapo Road, nello stato di Benue. Lo informa una nota della diocesi di Otukpo, nell’est della Nigeria, diffusa da Fides. Mons. Michael Ekwoy Apochi, vescovo di Otukpo ha chiesto ai fedeli di “pregare il rapido rilascio del sacerdote e di tutti coloro che sono nelle mani dei rapitori”.
Nigeria, rapiti tre preti in cinque giorni
Mercoledì è avvenuto un altro rapimento. Si tratta, fa sapere Fides, di don Sylvester Okechukwu, della diocesi di Kafanchan, nello Stato di Kaduna, nel centro nord del Paese. Don Okechukwu, che presta servizio presso la parrocchia di Sant’Antonio, Fadan Kano, è stato rapito intorno alle 23.45 dalla canonica parrocchiale nella Lere Local Governament Area of Kaduna State. Nel chiedere preghiere per la sollecita liberazione del sacerdote la diocesi invita tutti “a non farsi giustizia da soli. Useremo tutti i mezzi legali per assicurare il suo rapido rilascio sano e salvo”.
Il giorno prima era stata diffusa la notizia del rapimento di don Christopher Ogide, parroco associato della parrocchia Maria Assumpta di Umuopara, diocesi di Umuahia nello Stato di Abia, nel sud della Nigeria.
L’appello: urgente fermare la piaga dei sequestri dei sacerdoti
E’ urgente fermare la piaga dei sequestri di sacerdoti. L’appello arriva da Alessandro Monteduro, direttore della fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, nel commentare la notizia del terzo sacerdote cattolico rapito in cinque giorni in Nigeria.
Monteduro evidenzia il fatto che “non si tratta di casi isolati: la stima è di circa 30 sequestri da inizio anno. Per ciascuno di loro il silenzio, tutti sono stati considerati non meritevoli di considerazione dalla comunità internazionale, dalla maggior parte dei media occidentali e soprattutto dalle autorità civili, politiche e militari della stessa Nigeria. A urlare il proprio dolore, a chiedere aiuto, è solo la Conferenza episcopale della Nazione”.
«In Nigeria è pericoloso professare la propria fede»
“Importa – spiega Monteduro – che in Nigeria nel 2022 è terribilmente pericoloso professare la propria fede. Importa la sostanziale incapacità, e forse non solo inadeguatezza, delle autorità e istituzioni federali e locali. Importa l’altrettanto sostanziale disinteresse che registriamo in Europa per le sorti di valorosi Ministri di Dio e delle comunità loro affidate. Ora, poiché non possiamo e non dobbiamo considerarlo un fenomeno irreversibile, possiamo far salire in Occidente, in quell’Europa dalle radici cristiane, la nostra indignazione? Forse solleciterà ad agire chi dovrebbe occuparsi della protezione dei nostri fratelli in Nigeria. Certamente sarà un modo compassionevole per esprimere la nostra vicinanza”.