Dalle opposizioni arrivano 19 voti a La Russa. E si scatena la caccia ai “colpevoli”

13 Ott 2022 15:06 - di Gabriele Alberti

Noi abbiamo votato bianca. Diciannove voti a La Russa, noi non li abbiamo. Sono stati o i 5 stelle o il partito democratico. Non avremmo pensato ad una possibile mossa del cavallo“. Ad aprire la caccia ai colpevoli  è il  senatore Calenda a Palazzo Madama riguardo al “giallo” che si è scatenato sui voti ottenuti da La Russa al di fuori della coalizione. Il neo presidente del Senato  di Fratelli d’Italia  è stato eletto con 116 voti, superando i 115 di cui dispone il centrodestra. Nonostante il venir meno dei voti di Forza Italia, Ignazio La Russa viene eletto presidente al primo colpo grazie ai voti di almeno 19 senatori, secondo i calcoli di Youtrend, fuori dal centrodestra. Insomma, se la maggioranza si divide alla prima prova d’aula, altrettanto fa l’opposizione.

Chi della minoranza ha votato La Russa? Gli “indiziati”

Dunque, chi nella minoranza ha votato per La Russa? Calenda e Renzi si chiamano fuori e Giuseppe Conte, chiamato in causa risponde: “Non sono nostri. Io un’idea da chi siano arrivati ce l’ho ma non la dico…“. Così dichiara  sibillino all’Adnkronos il leader del M5S. Stanno tutti impazzendo, Tg, approfondimenti, speciali su chi può avere “spareigliato” e perché.  Anche il Pd si chiama fuori.Noi non siamo stati”, assicurano fonti parlamentari all’Adnkronos. Piuttosto, nonostante le parole di Conte, puntano  il dito contro i 5 Stelle: diversi senatori pentastellati, si fa notare, sarebbero restati nella cabina per il voto più del necessario, più della semplice consegna di una scheda bianca. Ma i principale indiziato, sempre secondo i dem, sarebbe il Terzo Polo.

Renzi: “Non siamo stati noi. Quando faccio una cosa la rivendico”

Come ribadito precedentemente da Calenda, anche Matteo Renzi respinge le accuse: “Noi abbiamo votato scheda bianca, non siamo stati noi. Quando faccio una cosa la rivendico è chiaro che si sta giocando un regolamento di conti nel centrodestra”, ha aggiunto il leader Iv che stamattina ha trascorso molto tempo tra i banchi dei senatori Pd.

Il Pd distribuisce “le colpe” dei 19 voti della minoranza a La Russa

Il “giallo” non si risolve e il Pd prova a dare una sua lettura di quanto accaduto al Senato con l’elezione a presidente di Ignazio La Russa grazie ai voti di parte dell’opposizione. Un dirigente di primo piano dem la spiega così all’Adnkronos. “Hanno votato per La Russa i 9 senatori del Terzo Polo, poi altri voti sono arrivati dal Misto, magari ci sono anche gli unici 2 voti di Fi e poi avrebbero votato anche alcuni senatori M5S“. Motivazioni diverse starebbero, secondo queste ricostruzioni, dietro alle mosse di Terzo Polo e 5 Stelle. “Sul Terzo Polo la spiegazione è semplice: un do ut des sulle vicepresidenze delle Camere”. Azione/Iv stanno alzando i toni -i eri lo ha fatto per primo Matteo Renzi- denunciando che Pd e M5S vorrebbero tenerli fuori dalle cariche istituzionali che spettano alle istituzioni. Insomma, prendersi le 4 vicepresidenze (2 alla Camera e 2 al Senato) lasciando fuori i centristi.

Fonti Pd: “il ‘soccorso’ è arrivato dal Terzo Polo”

Dunque, il ‘soccorso’ oggi alla maggioranza andrebbe letto in questa chiave, si argomenta tra i dem. Per avere poi un ‘soccorso’ quando sarà il momento di votare i vicepresidenti. Il voto ci sarà probabilmente mercoledì prossimo. Per quanto riguarda invece i 5 Stelle, secondo i dem, ci sarebbero delle frizione tra i contiani su equilibri e organizzazione interna. E il voto sarebbe da leggersi come un segnale per Giuseppe Conte. “Noi? No, noi siamo stati assolutamente compatti -spiega la stessa fonte di primo piano all’Adnkronos – anche perchè rispetto alla passata legislatura, ora nel gruppo al Senato c’è più omogeneità”.

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