Agitano ancora il fantasma del fascismo: agli italiani non frega nulla ma loro non rinunciano al tormentone
Sui social gira da tempo un meme che coinvolge Sigmund Freud. Il celebre filosofo e psicanalista chiede a un immaginario paziente: questi fascisti li vede spesso? Sono qui con noi nella stanza? E’ un modo per ironizzare sull’agitazione che percorre la politica, soprattutto in queste settimane, a proposito dello spauracchio fascista. Uno specchietto per le allodole da agitare quando scarseggiano gli argomenti, quando la sinistra si sente in pericolo e tanto più quando è cosciente che il rischio di perdere le elezioni è molto concreto.
Il fascismo protagonista della campagna elettorale
Sicché la campagna elettorale è partita con un fuoco di fila dagli schermi di La7 in cui si è vomitato di tutto contro Giorgia Meloni. Ricordate la scrittrice Ginevra Bompiani? Interpellata da Giovanni Floris osservò che la Meloni era circondata dai nazisti. Dettata la linea, i principali giornali si sono adeguati al trend della Meloni “monster”, fascista e nostalgica. Una narrazione che non ha dato i frutti sperati, anzi. Visti i sondaggi, piano piano i media hanno abbandonato il modulo dello storico antifascista che accusava FdI di voler instaurare una dittatura per convertirsi al canovaccio degli artisti preoccupati per i diritti civili. Modello Elodie per intenderci. Un filone ormai quasi del tutto bruciato.
Il tema si è rivelato un boomerang, ma sopravvive nelle pagine culturali dei media schierati
E che ti vanno a pensare allora? Semplice: nelle pagine culturali il fascismo diventa di casa. Per ricordarne errori e orrori. Magari, avranno immaginato, continuando a battere su quel tasto, qualcuno abbocca e dà il voto a “occhi di tigre”. E’ per questo motivo, supponiamo, che oggi scorrendo le pagine culturali dei giornali ci si imbatte in articolesse sul fascismo.
Il Domani si porta avanti col lavoro
Il quotidiano Domani dedica addirittura due pagine all’anniversario della Marcia su Roma. Con largo anticipo rispetto al 28 ottobre (manca più di un mese) ci ricorda che quella fu la data del “giorno della vergogna” e l’affermazione della politica della violenza. Ma si dimentica ogni accenno alle violenze, ai tumulti e alle sopraffazioni del cosiddetto biennio rosso (1919-1920) che precedette l’ascesa del fascismo al potere.
Il Corriere schiera Cazzullo e Stella
Poi c’è il Corriere della sera, che già ieri schierava l’anteprima di un libro di Aldo Cazzullo dal titolo iconico: “Mussolini il capobanda“. E oggi schiera Gianantonio Stella, che approfitta dell’uscita di un libro di Alessandro Campi e Sergio Rizzo, “L’ombra lunga del fascismo”, per sostenere che ancora oggi Mussolini ci perseguita visto che con arroganza volle marchiare il suo Ventennio con monumenti, lapidi, iscrizioni, targhe e sculture. Un problema da affrontare, sottolinea, soprattutto in tempi di cancel culture.
Repubblica e la Stampa si affidano a Scurati
Repubblica non vuole certo essere da meno e pubblica un brano del terzo volume della trilogia di Antonio Scurati su Mussolini. Lo scrittore è così ripagato delle sue affermazioni contro la Meloni fatte sullo stesso quotidiano lo scorso 13 agosto. “Sono tanti i gesti di Meloni che testimoniano una continuità esistenziale con la storia dalla quale proviene. Uno su tutti: quest’ anno ha partecipato alla commemorazione di Sergio Ramelli, un giovane ucciso barbaramente negli anni Settanta. Non c’è dubbio che questo appuntamento annuale sia un gesto identitario per l’estrema destra, una sorta di anti-25 aprile. Replicherà che ha partecipato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala: ha sbagliato per eccesso di perbenismo democratico”.
La Stampa svolge lo stesso compitino a favore di Scurati: pubblica l’incipit del suo romanzo. Ma chi è Scurati? Un furbacchione – ebbe a scrivere giustamente Pietrangelo Buttafuoco – che fa l’antifascista col fascismo degli altri. L’operazione culturale fatta con la sua trilogia puntava a vendere i libri a un pubblico nostalgico. Visto l’andazzo, quelli che hanno letto il primo volume si sono ben guardati dal comprare il secondo. Il terzo avrà lo stesso destino. Ma l’importante è che il fantasma – anche col contributo di Scurati – sia evocato, che l’ombra nera sia percepita come minaccia incombente. E’ una sorta di terrappiattismo storiografico che in campagna elettorale tiene occupati e dà l’illusione di fare qualcosa di utile alla causa (la loro) essendo impossibile l’impresa di celebrare le gesta di Letta e compagni.