Mirandola, il capo dei giovani Pd vandalizza l’opera dedicata alle vittime del terremoto
È stato il neo-eletto segretario dei Giovani democratici della Bassa Modenese a vandalizzare l’installazione dedicata alle vittime del sisma del 2012 a Mirandola, nel decennale del terremoto. A confermarlo è il segretario provinciale del Pd di Modena, Roberto Solomita. Ha spiegato che l’esponente giovanile dem ha già rassegnato le dimissioni ed è stato sospeso dal partito.
L’atto vandalico a Mirandola, una vergogna
Contro l’atto vandalico il Comune di Mirandola aveva sporto denuncia, consegnando alle forze dell’ordine un video, tratto da alcune “Stories” pubblicate e poi cancellate su Instagram, nel quale si vedeva l’autore del gesto, a volto scoperto, strappare alcuni fiori dai pannelli del memoriale. A fare il nome del segretario dei giovani dem era stato poi il consigliere e deputato leghista Guglielmo Golinelli che ha anche pubblicato il video su Fb e, dopo la nota del Pd, ha chiosato: «Avevamo ragione, il vandalo del memoriale dedicato alle vittime del Sisma 2012, è il segretario dei giovani del Pd, ora sospeso dal partito. Un atto vergognoso e offensivo verso le 28 vittime del terremoto, e nei confronti dei ragazzi delle scuole medie e dell’Agesci» che hanno realizzato l’opera.
Salvini: iniziate a guardare in casa vostra
Duro il commento di Matteo Salvini su Twitter: «Il capo dei giovani del Pd di Modena vandalizza il memoriale dedicato alle vittime del sisma, un gesto vergognoso. E poi il problema sarebbero la Lega e le destre? Ma iniziate a guardare in casa vostra! La mia solidarietà ai cittadini di Mirandola e a chi ha sofferto sulla propria pelle il dramma del terremoto».
Il segretario del Pd di Modena: sconcertati
il segretario provinciale del Pd di Modena ha sottolineato che si è trattato di «un gesto di gravità inaudita. Ci lascia sconcertati e condanniamo senza mezzi termini, nel modo più fermo e duro». Un gesto «che offende tutti noi emiliani che abbiamo vissuto il sisma. In particolar modo le vittime e i loro cari».