La siccità provoca una strage di vongole e cozze sul delta del Po. A rischio il 20% degli allevamenti

24 Giu 2022 9:41 - di Monica Pucci

La siccità con la mancanza di acqua per garantire il ricambio idrico e l’aumento della salinità lungo la costa soffoca vongole e cozze del delta del Po con la perdita del 20% degli allevamenti. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della drammatica ondata di caldo e siccità che sta colpendo l’Italia causando perdite alle produzioni alimentari nazionali che hanno raggiunto i tre miliardi di euro. “L’innalzamento delle temperature senza la possibilità di ricambi di acqua – spiega Coldiretti Impresapesca – sta provocando l’espansione a macchia d’olio della cosiddetta “acqua bianca”, aree di delta dove la decomposizione di alghe e sostanze organica ruba l’ossigeno necessario alla vita di vongole e cozze uccidendole”.

La siccità che ammazza vongole e cozze sul Po

“Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale e la mancata gestione ottimale delle lagune, si sta mettendo a rischio un intero settore che – aggiunge l’associazione – ogni anno porta sulle tavole degli italiani oltre 93 milioni di chili di molluschi fra cozze e vongole. La situazione climatica in un anno come il 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate rischia così – evidenzia Coldiretti – di aumentare le importazioni dall’estero che già rappresentano 1/3 dei consumi e che sono balzate del +50% nei primi tre mesi dell’anno”.

L’insidia dei gasteropodi sulla laguna di Venezia

Come se non bastasse in laguna a Venezia sono apparsi i gasteropodi che si stanno ambientando negli ambienti lagunari e sono divoratori di vongole. Infatti – spiega ancora la Coldiretti – questi predatori usano la radula, una specie di lingua retrattile ricoperta da file di piccoli denti duri, per fare un buco nella conchiglia e iniettare succhi gastrici che uccidono la preda. E’ a rischio il lavoro di centinaia di famiglie di pescatori e allevatori ittici. La situazione è tale – continua – che è necessario proclamare lo stato di emergenza per salvare gli ambienti lagunari con il livello di salinità che rischia di salire dal 30 al 70 per mille se non ci sarà un cambiamento radicale delle condizioni meteo, che al momento non sembra essere previsto”.

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