L’Ucraina è l’unica nazione della storia che ha rinunciato all’arsenale nucleare già dal 1994

26 Feb 2022 17:54 - di Milena Desanctis
Ucraina

«L’Ucraina è l’unica nazione della storia che ha rinunciato ad un arsenale nucleare, che nel 1994 era il terzo più grande del mondo, con le garanzie di Usa, Regno Unito e Russia. Dove sono queste garanzie? Noi ora siamo bombardati ed uccisi». Così, mentre giovedì scorso l’armata russa iniziava l’invasione dell’Ucraina, il deputato ucraino Alexey Goncharenko, ai microfoni di Fox News, ricordava che Kiev – contrariamente a quanto suggerito da Vladimir Putin e la sua macchina della propaganda che ora insinua che Kiev starebbe preparando una “bomba sporca” da usare contro la Russia – ha scelto 30 anni fa la via della denuclearizzazione.

Ucraina, cosa accadde dopo l’indipendenza dall’Urss

Dopo aver ottenuto l’indipendenza dall’Urss, il 1 dicembre 1991, l’Ucraina si ritrovò infatti nella posizione di terza maggiore potenza nucleare mondiale, con circa 3mila testate nucleari tattiche e 2mila testate strategiche, secondo i conteggi della Federation of American Scientists. Praticamente un terzo dell’arsenale nucleare sovietico era rimasto sul territorio ora diventato ucraino.

Kiev però aveva solo il controllo fisico di questi armamenti, mentre quello operativo, cioè il controllo centralizzato sui codici nucleari, rimaneva a Mosca. La situazione portò ad intensi negoziati tra l’Ucraina, la Russia, gli Usa e il Regno Unito che sfociarono nel 1994 alla firma del cosiddetto Budapest Memorandum.

Budapest Memorandum

Sulla base di questo accordo, Kiev – che accedeva quindi al Trattato di non proliferazione come stato non nucleare – accettava di smantellare gli arsenali nucleari e consegnare sistemi come caccia e missili, in cambio di assistenza finanziaria dall’Occidente. E garanzie, da tutte le altre potenze nucleari, compresa quindi la Russia, che avrebbero rispettato «la sua indipendenza e sovranità e i confini esistenti».

Nell’accordo si fa precisamente riferimento all’impegno da parte di queste potenze ad «evitare di minacciare ed usare la forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica dell’Ucraina e che nessuna delle loro armi sarà mai usata contro l’Ucraina se non per autodifesa».

L’annessione russa della Crimea

La Russia di Putin era stata dichiarata in violazione del Memorandum già nel 2014 al momento dell’invasione e poi annessione della Crimea. Per tutta risposta il presidente russo allora affermò che considerava non più valido l’accordo. Ed ora per giustificare la nuova aggressione all’Ucraina da giorni, insieme alla sua macchina della propaganda, continua a sostenere che l’Ucraina sia ancora in possesso di tecnologia nucleare sovietica e che la voglia usare per creare armi atomiche, magari bombe sporche da usare contro la Russia.

«È una grande tragedia che Putin sia così preso dalle sue rivendicazioni che non ricorda quanto abbiamo lavorato insieme, americani, russi ed ucraini, per assicurare che lo smantellamento dell’arsenale nucleare sovietico non portasse alla creazione di tre nuove potenze nucleari», ha affermato nei giorni scorsi al New York Times Rose Gottemoeller, che è stata tra i negoziatori del New Start.

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