Il nunzio a Kiev, la preoccupazione per i malati: «È difficile muoversi e trovare assistenza»

26 Feb 2022 16:21 - di Giorgia Castelli
Kiev

«Oltre ai missili che passano e quindi alla gente che si nasconde come può, negli scantinati, nelle stazioni della metropolitana, la domanda che mi viene è: cosa fanno i malati? I malati di qualsiasi tipo di malattia, perché è difficile muoversi, è difficile spostarsi, trovare un’assistenza… Come fanno?». Il nunzio a Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas, dà voce alla preoccupazione per lo stato delle cose in Ucraina dopo l’invasione russa.

Le preoccupazioni del nunzio a Kiev

«Sapendo che si avvicinavano giorni difficili, – dice ai media vaticani – tutti hanno cercato di ammassare un po’ di viveri, ma questi dureranno per alcuni giorni e quindi nasce una domanda: cosa succederà se questa situazione si protrae per più giorni? Cosa rimarrà da mangiare? Perché non c’è modo per rifornirsi, adesso, ed è rischioso anche rimanere negli appartamenti, nelle stanze, è difficile stare nei luoghi comuni… Anche noi, in nunziatura, cerchiamo di stare nei piani inferiori dove c’è meno rischio di essere colpiti. E quindi è ancora più difficile uscire fuori e trovare qualche negozio aperto, ma non mi sembra che siano aperti oppure che siano capaci di rifornirsi, perché anche le strade sono tagliate… Cosa succederà tra alcuni giorni?».

«Preghiamo per la pace in ogni momento»

Il 2 marzo sarà giornata di digiuno d preghiera per la pace. Il nunzio osserva: «Il 2 marzo è ancora molto lontano, bisogna arrivarci». E poi ancora: «Noi preghiamo per la pace in ogni momento, perché è anche un momento che ci ispira, perché provoca questa preghiera intensa, di affidamento al Signore, di affidamento alla Vergine Maria, la Madre di tutti: la Madre di tutti, non soltanto della Chiesa dei cristiani. Noi come cristiani sappiamo che i musulmani rispettano tantissimo la Vergine Maria, quindi uniamo la nostra preghiera anche alla loro, affinché la Vergine Maria interceda per tutti noi».

 

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