Covid, meno ricoveri in rianimazione. Il sangue dei vaccinati coagula? L’Avis: «Basta fake news»

19 Gen 2022 19:30 - di Giorgia Castelli
Covid

Sono 192.320 i nuovi contagi da Covid in Italia. Si registrano inoltre altri 380 morti. Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati processati 1.181.889 tamponi con un tasso di positività al 16,3%. I ricoverati sono 52 in più di ieri, per un totale di 19.500 persone, mentre in terapia intensiva si registra un lieve calo del ricoveri, 27 in meno, per un totale di 1.688 ricoverati con 134 ingressi del giorno. Il totale delle vittime dall’inizio della pandemia sale a 142.205. Il totale degli attualmente positivi è di 2.626.590 persone mentre 2.605.402 sono in isolamento domiciliare.

Covid, assicurare scorte di sangue e plasma

Dal sangue dei vaccinati che coagulerebbe, passando per la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose anti-Covid, o peggio ancora le insinuazioni secondo cui l’Associazione volontari italiani del sangue (Avis) richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del Green pass. Sono tante le fake news che rischiano di ostacolare e rallentare ciò che invece è davvero importante: assicurare scorte di sangue e plasma per consentire agli ospedali di proseguire nelle loro regolari attività senza dover rinviare terapie e interventi salvavita, come spiega il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola.

«Più volte abbiamo ribadito la necessità di reperire informazioni solo attraverso i canali ufficiali, come il nostro sito o quello del ministero della Salute», premette. «Il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale – precisa – e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato».

Sul sangue dei non vaccinati

Un’altra falsa notizia che sta circolando in queste ore riguarda la presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché più sicuro. «Questa informazione – commenta Briola – non ha alcun fondamento e nasce da un’errata interpretazione di una circolare del ministero della Salute con cui si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta. Tale decisione è stata assunta in quanto i donatori si recano nei servizi trasfusionali per sottoporsi a una prestazione sanitaria, peraltro dopo aver seguito un triage telefonico finalizzato a conoscere in modo approfondito le attività svolte negli ultimi giorni. A questo bisogna aggiungere l’accesso contingentato previa prenotazione, il rispetto del distanziamento sociale, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la misurazione della temperatura, la somministrazione di un questionario e un colloquio con il medico».

«Inoltre – prosegue il presidente dell’Avis – i donatori sono chiamati a rispondere a un’esigenza del Servizio sanitario nazionale e sono, quindi, titolati ad accedere nel rispetto delle norme e dei protocolli vigenti. Sono regole indicate dal ministero della Salute che Avis e le altre associazioni di donatori si impegnano a seguire assicurando la sicurezza di tutti: donatori e personale sanitario».

«Il nemico da sconfiggere è il Covid»

Infine, un richiamo alla responsabilità collettiva: Il momento che stiamo attraversando continua a essere delicato. La variante Omicron sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale, con carenze in diverse regioni italiane. Diffondere false informazioni – ammonisce Briola – è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell’intero Paese. Il nemico da sconfiggere è il Covid, non gli strumenti che lo studio e la ricerca mettono in campo per combatterlo. Per questo invitiamo tutti a proteggersi, vaccinarsi, prevenire il contagio e dare il proprio contributo donando il proprio sangue o plasma».

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