Strette di mano vietate fino all’anno prossimo. Pregliasco allarmato: “Fate come me, schivatela”
Non si attenua il flusso di dichiarazioni degli esperti di Covid, nel segno dello sproloquio quotidiano. Oggi tocca, come quasi ogni giorni, a Fabrizio Pregliasco intervenire, a beneficio della collettività, sul tema della stretta di mano, su cui arriva lo stop categorico. “Se ne parla in primavera”. Il Coronavirus allenta la morsa in Italia e c’è voglia di ritorno alla normalità, ma “non è ancora il momento di abbandonare il nuovo galateo, prima ‘adda passà ‘a nuttata’ e ”a nuttata’ è l’inverno”, dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, che frena gli entusiasmi e la “comprensibile” voglia di ritorno ai quotidiani gesti di saluto. “Per tornare a strette di mano e abbracci – dice all’Adnkronos Salute – vediamo in primavera, forse allora potremmo cominciare ad allentare un po’ ma prima è un rischio“, avverte. “Anche se – rileva il virologo – già adesso c’è qualcuno che lo fa. Da me ogni tanto qualcuno si presenta tendendo la mano, ma io la schivo”.
Non solo strette di mano vietate, Pregliasco consiglia anche la terza dose
“Un’estensione della terza dose” di vaccini anti-Covid “a tutti è plausibile, ma aspettiamo ulteriori approfondimenti” sulla durata della protezione immunitaria, dice ancora Pregliasco, convenendo sulle dichiarazioni del ministero della Salute Roberto Speranza al Question time (“Valuteremo estensione terza dose in base a evidenze”), e del sottosegretario alla Saute Andrea Costa, che ha stimato un possibile allargamento della platea tra fine 2021 e inizio 2022. Su ‘La Stampa’ di oggi, anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha confermato l’utilità della terza dose per “rafforzare la risposta immunitaria” dei vaccinati.
“Dipenderà – aggiunge l’esperto – anche dall’entità del colpo di coda del virus che ci aspettiamo e ci sarà. Da quanto questo colpo di coda sarà pesante. Per ora – conclude – mi pare giusto così: proteggiamo i vulnerabili e gli anzianotti come me”.