Discoteche sul piede di guerra: «Riapriremo il 10 luglio con o senza il sì del governo. Basta inganni»

1 Lug 2021 15:16 - di Redazione

No all’ennesimo slittamento dell’apertura delle discoteche. Gli operatori sono sul piede di guerra per il continuo stop and go del governo. Intenzionato a rivedere la data prevista del 10 luglio. Dopo mesi di promesse. Le grandi discoteche italiane sono pronte alla disobbedienza.

Discoteche pronte alla disobbedienza civile

Aprire lo stesso il 10 luglio, tutti insieme. Come azione di protesta e di disobbedienza civile. E intanto, un presidio permanente da oggi pomeriggio davanti a Palazzo Chigi”. Così il gestore del Circolo degli Illuminati, l’ex Classico di via Libetta a Roma nel rione Testaccio, Alessandro Asoli.  “In tutto il Paese ci sono i lidi che con la scusa del baretto mettono qualche musichetta. E riempiono le spiagge di gente che si affolla e che balla; lo stesso nelle piazze. Mentre noi discoteche, forniti di licenze, piani di evacuazione, estintori, personale di primo soccorso, sicurezza, telecamere di sorveglianza, siamo costretti a rimanere chiusi quando tutti gli altri aprono – protesa Asoli – Ecco perché, con il sì o il no del governo, noi il 10 luglio apriremo: basta aspettare!”.

Pronti ad aprire il 10 luglio in segno di protesta

Allungare ancora una volta i tempi ha il sapore dell’accanimento ideologico. Il governo non ha ancora detto l’ultima parola.  Sul tavolo anche la possibilità di riconoscere delle risorse per le mancate entrate subite dall’intero settore fino ad ora. “Tra l’altro, essendo estate, parliamo di discoteche all’aperto, non di seminterrati”, aggiunge il gestore del circolo degli Illuminati. “Così si ottiene solo di dar modo agli abusivi di fare il mestiere che noi esercitiamo con professionalità”. Rinviare all’ultimo momento crea anche seri problemi di programmazione e organizzazione. “Si era detto di aprire il 10 luglio con il benestare del Cts e tutti ci siamo organizzati per la riapertura. Programmando le attività e sostenendone i costi anticipati. Ora perché ci si dice di no? A questo punto, non si tratta più di una decisione scientifica ma politica e noi abbiamo tutto il diritto di dire no al nostro funerale”.

“Siamo l’antidoto alla mala movida”

Gli fa eco Antonio Flamini, presidente del Silb, sindacato italiano locali da ballo. “Al momento, la data del 10 luglio per la riapertura delle discoteche appare slittata. Ma noi contiamo che sia recuperata anche perché c’è l’ok del Cts. Questo tentennamento da parte del governo ci appare solo come una ipocrisia figlia di una scelta politica e di un accanimento ingiustificato verso il nostro settore”. Oltre al danno la beffa. “Intanto, si sta ballando ovunque, nei bar come nei ristoranti, nei dinner show come negli apericena con dj-set.  Nelle spiagge e come nelle piazze. Favorendo anche una ‘mala-movida’ mentre noi rappresentiamo l’antidoto sicuro e controllato”. Parole indirizzate soprattutto al ministro della Salute che appare “come lo scoglio più duro da superare”.

Pregliasco: sono d’accordo con il rinvio

I tecnici sono divisi. Se Fabrizio Pregliasco, neanche a dirlo, è d’accordo con il rinvio (facilitano la diffusione del virus), Matteo Bassetti la pensa al contrario. “Ritardare l’apertura è un errore. Saremo l’unico paese in cui rimangono chiuse.  È inevitabile che poi i ragazzi vadano a divertirsi nei locali in Spagna, Grecia e Francia. E’ una penalizzazione. Poi, non è che i ragazzi non si divertono se le discoteche sono chiuse. Ma lo fanno in altri luoghi dove non ci sono controlli”. Basta aprire in sicurezza, dice l’infettivologo di Genova. “Il protocollo per entrare in discoteca con il green pass o il tampone negativo nelle precedenti 48 ore permette di avere delle garanzie. Si sta facendo un allarmismo sbagliato sulla variante Delta che non serve assolutamente in questo momento“.

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