Discoteche, da Cecchetto a Linus i dj bocciano la mascherina: «Indossarla mentre si balla? È follia»

9 Giu 2021 15:12 - di Mia Fenice

Le discoteche si preparano ad riaprire in zona bianca da luglio. Ma tra i nodi da sciogliere c’è ancora quello della mascherina: bisognerà tenerla mentre si balla in pista? Claudio Cecchetto, storico dj e produttore musicale, parlando con l’Adnkronos, si mostra perplesso. «Credo che le regole per la riapertura delle discoteche siano buone, ma sull’uso delle mascherine ho qualche perplessità. I ragazzi ballerebbero con questo dispositivo i primi giorni, ma poi si stuferebbero. Dovrebbe bastare il certificato con la vaccinazione, va a finire che uno sviene per il caldo e perché non respira, piuttosto che stare male per il Covid».

Discoteche, Cecchetto: «I gestori si atterranno al protocollo di sicurezza»

Quanto al rispetto delle regole nelle discoteche, Cecchetto resta in ogni caso ottimista: «I gestori hanno penato tantissimo e quindi staranno più che mai attenti, perché sanno cosa vuol dire non lavorare e prenderanno tutte le preoccupazioni, attenendosi al protocollo di sicurezza».

Discoteche, il dj Linus: «Ridicolo che i ragazzi ballino con la mascherina»

Anche il dj Linus, parlando con l’Adnkronos, si mostra ottimista. «Mi pare – ha detto – una splendida notizia, nel senso che segna almeno la ripartenza di un settore che da un anno e mezzo è praticamente sparito. Però trovo ridicolo anche solo pensare che i ragazzi ballino con la mascherina – aggiunge il direttore artistico di Radio Deejay – Porla come misura sarebbe un atto di ipocrisia. Sappiamo tutti che nessuno sarebbe in grado di farla rispettare».

La dj Ema Stokholma: «Non ci vedo nulla di strano»

Ema Stokholma, dj e conduttrice radiofonica, dal canto suo, puntualizza: «La mascherina in discoteca? In tempi non sospetti ho indossato outfit ben peggiori e probabilmente anche la mascherina, ancora prima del Covid. Personalmente – commenta – credo che questo dispositivo di protezione lo metterò ovunque, ormai, sui mezzi pubblici così come nei supermercati e anche nelle discoteche, non ci vedo nulla di strano».

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