Meloni: «Conte sapeva della seconda ondata. I morti sono arrivati perché non si è agito bene»

2 Giu 2021 10:15 - di Mia Fenice
Meloni

Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta, parla a tutto tondo di amministrative, centrodestra e governo. «Gli alleati hanno chiesto altro tempo, ma martedì chiudiamo. L’unica cosa che non si può fare e perdere altro tempo ed è questo che chiedo agli alleati. Bisogna fare chiaramente tutte le verifiche» sulle candidature a sindaco nelle grandi città, focus su Roma e Milano, «capire competenze e visioni. Io ho dato la massima disponibilità, sono disponibile a parlare di tutto ma voglio vincere e per vincere bisogna fare la campagna elettorale».

Meloni sul candidato sindaco di Roma

Su Roma, «non è un candidato di Fratelli d’Italia, sicuramente il profilo della professoressa Matone è estremamente interessante. Si è scelto ancora una volta di confermare la scelta di candidati civici, di fatto non si è ancora deciso perché alcuni alleati non hanno ancora avuto modo di confrontarsi con Michetti. Lui è uno che risolve i problemi ai sindaci, molto competente, sa dove mettere le mani. Quindi in una macchina amministrativa come Roma, dove per 5 anni giri a vuoto – chiedi a Virginia Raggi – allora una persona così, con una capacità straordinaria…». «Poi – aggiunge la leader di FdI – è un professore, non ha una popolarità altissima ma partecipa a una trasmissione radiofonica e la sua candidatura è partita dal basso».

Meloni e il centrodestra

Nel centrodestra «sulle grandi scelte non ci sono incompatibilità di fondo, che invece ci sono nell’altra metà campo. Anche sulle amministrative, io leggo ogni giorno sui giornali che il centrodestra litiga, eppure faccio notare che noi avremo candidati unitari mentre l’altra coalizione ne ha già in campo» diversi, “tre” solo a Roma.

C’è del vero su un’imminente fusione di Lega-FI-Movimento di Brugnaro? «Non lo so dire, perché ho notizie divergenti. Non credo sia un’operazione facile, da osservatore – perché non sono interessata con FdI a questa fusione – da una parte semplificherebbe il quadro, ma dall’altra… Io sarò che vengo dall’esperienza del Popolo della libertà, posso dire che la politica non è matematica: se tu metti insieme il 20, il 3 e il 4 non fa sempre 27».

«Quello che fa la differenza è la chiarezza del tuo messaggio – rimarca – per cui non sempre mettendo insieme cose troppo distoniche si cresce. Se loro decidessero di fare questa cosa – precisa poi Meloni – io la guarderei con il massimo rispetto, non mi permetterei mai di mettere becco su cose che fanno gli altri, sarebbe anche un modo di semplificare. Però la mia esperienza personale non è esattamente positiva».

Il blocco dei licenziamenti

Giorgia Meloni poi osserva: «Il blocco dei licenziamenti, per paradosso, è un problema secondario. Il problema principale è che oggi il 40% delle aziende italiane rischia di chiudere e se chiudono, il blocco dei licenziamenti non ci salverà, perché la gente andrà a casa lo stesso. Il problema, e lo dirò a Draghi giovedì, lo risolviamo immaginando che lo Stato trovi delle formule per premiare gli imprenditori che in questa fase non chiudono».

I morti della seconda ondata

«I morti della seconda ondata sono arrivati soprattutto perché non ci si è preparati, non perché non abbiamo chiuso abbastanza i ristoranti. Il mezzo pubblico è un cluster più del ristorante, eppure nessuno ci ha lavorato. Sulle scuole ci siamo mossi sui banchi a rotelle, quando è normale che sui banchi a rotelle ti muovi di più e il distanziamento diventa più complicato».  E poi ancora: «La seconda ondata era stata annunciata, io mi ricordo che in una lunga telefonate sulle elezioni regionali con Giuseppe Conte, in cui io chiedevo si votasse ad ottobre e non a settembre, lui mi diceva che a ottobre non si sarebbe votato perché si temeva la seconda ondata, quindi si sapeva ci sarebbe stata».

«Con Draghi abbiamo dei punti di contatto»

I referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali «li considero molto interessanti, sto convocando una riunione di partito per parlarne». Quanto con il premier Mario Draghi «abbiamo dei punti di contatto. Quando ci siamo parlati ci siamo trovati in un bel clima. Gli ho chiesto di incontrarlo periodicamente». Lo inviterà ad accelerare sulle riaperture? «Sì, solleciterò di allentare sulla libertà, è diventata una questione serissima. Sulla sopravvivenza delle aziende abbiamo una serie di proposte interessanti».

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