M5S, Gianroberto Casaleggio era “più di destra”? Il figlio Davide evita di dare la risposta

25 Giu 2021 10:53 - di Ginevra Sorrentino
M5S Casaleggio

M5S, Casaleggio fa lo gnorri, ma sta con Grillo (e Dibba). E da bravo populista digitale, svicola su “destra” e “sinistra” e spara a salve sul leader inpectore, bersagliato dal garante. Tra i due litiganti Grillo e Conte, (il terzo), Casaleggio: gode. Prova diplomaticamente a prendere le distanze, ma a ben vedere, come sottolineano le sue stesse parole affidate a un’intervista su Radio Capital, il figlio del co-fondatore del M5S si schiera col garante. Certo, prova a girarci un po’ intorno puntando a tenersi neutrale asserendo: «Penso che tra Grillo e Conte ci siano diverse visioni del Movimento che stanno emergendo. Poi della loro trattativa non conosco i dettagli, per cui non so a che punto siano arrivati».

M5S, Casaleggio fa lo gnorri, ma sta con Grillo

Peccato che poco dopo aggiunga anche: «Io ho espresso diverse volte il mio pensiero su come il Movimento si stia trasformando in qualcosa di diverso in questo ultimo anno. Fino ad un anno fa i principi erano ben chiari, oggi meno e per questo ne ho preso le distanze». Continuando poi a dire: «Cosa resta del M5S? Fino ad oggi il simbolo, i principi per adesso sono ancora scritti nello Statuto e nel Codice Etico ma mi sembra che li vogliano riscrivere per cui si vedrà cosa rimarrà del Movimento». Un preambolo, quello di Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, che porta Casaleggio a spingersi oltre e a dire anche: «Le idee di Conte sul M5S non mi sono ancora chiare. E non capisco perché questo fantomatico Statuto sia stato tenuto segreto in questi mesi. Ma non è con uno Statuto che si fa un movimento. Mi sembra più un’organizzazione sul modello dei partiti del Novecento che un movimento».

E sulla scia delle invettive di Grillo, Casaleggio…

Parole che riecheggiano, guarda caso, quelle che ha pronunciato Grillo nel suo vaffa a Conte quando ha detto: «Deve studiare e imparare cos’è il Movimento»… Un concetto che il presidente di Rousseau rinforza asserendo: «È il momento più difficile per il Movimento. Durante quest’anno sono state commesse una serie di violazioni di principi e regole che hanno sempre caratterizzato M5S. E che hanno attratto tante persone. Ma se questi principi vengono meno, le persone si disaffezionano». E i Movimenti si frammentano…

Casaleggio: «Troppe violazioni di regole che hanno sempre caratterizzato il M5S»

E a proposito di norme infrante da Conte, guarda caso proprio ieri Grillo ha rinfacciato al leader in pectore il fatto di aver stilato uno statuto «molto diverso dal nostro». E ancora: «È di 32 pagine e da quando l’ho ricevuto ci sono delle osservazioni reciproche in corso». Dovute al fatto che, ha sottolineato con la penna rossa il garante, «a Conte avevamo detto di prendere lo statuto e di farlo evolvere. Di partire dal nostro statuto. Lui invece ha preso due avvocati e ha scritto un’altra cosa. Me lo ha dato e mi ha detto di non farlo leggere a nessuno. Io l’ho letto e tante cose non andavano». Un  punto di vista che, stando all’intervista di Casaleggio di oggi, il figlio del co-fondatore movimentista sembra condividere e rilanciare…

M5S, Casaleggio concorda con Grillo sulla questione dei due mandati

Come pure, sulla vexata quaestio dei due mandati, riallacciandosi a quanto sostenuto da Grillo ieri, Casaleggio oggi ribadisce: «Il tema dei due mandati è uno dei tre principi che avevamo proposto nel V-Day, ancora prima della nascita del Movimento. Due mandati e poi a casa, semplicemente per far partecipare i cittadini alla politica», spiega Casaleggio. Che poi, non a caso, prosegue: «Grillo mi sembra che anche ieri abbia ribadito il suo punto di vista sui due mandati. E crede fortemente che sia alla base della parte fondativa del M5S». Ma allora, il punto è: cosa resta del M5S? E a domanda Casaleggio Jr risponde: «Fino ad oggi il simbolo, i principi per adesso sono ancora scritti nello Statuto e nel Codice Etico. Ma mi sembra che li vogliano riscrivere, per cui si vedrà cosa rimarrà del Movimento». Cosa e chi…

Ma Casaleggio e Dibba da che parte stanno?

Anche perché, stando così le cose, nel caos di questa guerra fratricida, dove fazioni e abbandoni si susseguono in ordine sparso, il vascello ammutinato dei 5 stelle ha perso l’orientamento sulla rotta da perseguire. Sulla ricollocazione da definire. E sugli attivisti con cui proseguire. Proprio su quest’ultimo punto, allora, rientra in gioco il solito jolly Di Battista. Perché, come ricorda anche Il Foglio in queste ore, «per quanto esterni al perimetro grillino ufficiale, sia Davide Casaleggio che Alessandro Di Battista non possono considerarsi degli osservatori neutrali». E se il primo, come argomentato, in questa rifondazione non sembra proprio vicino al posizionamento di Conte, il secondo non lo è più da un pezzo. O meglio: da quando ha supplicato l’ex premier di staccare la spina al governo di Draghi, dettata come conditio sine qua non per rientrare nei ranghi grillini.

Conte ha temporeggiato su Di Battista e Casaleggio…

Una condizione a cui Conte, temporeggiando, si è limitato a replicare in tv con un laconico «cercherò di coinvolgerlo» che, non solo non ha appianato le divergenze, ma ha addirittura allungato le distanze. Un punto su cui, ancora una volta, Casaleggio diverge da Conte e che liquida nell’intervista radiofonica semplicemente dicendo: «Con Alessandro Di Battista c’è un rapporto di amicizia. Adesso penso che sia focalizzato su altri progetti e poi deciderà cosa è più utile fare». Infine, sempre a proposito di “da che parte stare”, l’ultima domanda della chiacchierata in radio si rifà, ancora una volta, a quanto detto e contraddetto sempre nell’infuocata giornata di ieri da Beppe Grillo.

Casaleggio in nome del populismo digitale a 5s svicola sul tema “destra” e sinistra nel Movimento

E precisamente quando, nel corso dell’assemblea con i deputati 5 Stelle, argomentando il disaccordo di oggi con Conte, il garante ha dichiarato: «Io un pochino di sinistra, Gianroberto Casaleggio un pochino di destra. Non eravamo d’accordo su tutto…». Un punto su cui Davide Casaleggio svicola in nome del populismo digitale a Cinque stelle, sentenziando: «Grillo più di sinistra e mio padre più destra? Le etichette appartengono alla tifoseria della politica. Io penso che sia più utile parlare di singole battaglie». Peccato che quella in corso sia proprio la madre di tutte le battaglie della galassia pentastellata…

 

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