Travaglio furibondo suona il “de profundis” al M5S: Grillo? Più “allucinato” che “visionario”

25 Giu 2021 9:21 - di Chiara Volpi
Travaglio Grillo

Travaglio è furioso con Grillo. E nell’intonare il “de profundis” al M5S, urla tutta la sua rabbia contro il padre nobile del Movimento che, per tenere stretto a sé il suo giocattolino stellato, alla fine l’ha sfasciato in mille pezzi. Perché è questo che sta accadendo: la rifondazione del M5S è naufragata. Dopo la zampata di Grillo a Conte, arrivata ieri quando invece tutti –  a partire da Conte – si aspettavano una mano tesa, ha fatto naufragare la zattera del M5S, già flagellata da ribelli e frondisti, e ora affondata prima ancora di salpare. Eppure la sorpresa, o meglio lo choc, c’è stato ugualmente, perché lo stesso Beppe Grillo, in mattinata, millantava un accordo sulla rifondazione del Movimento e sul neo statuto 5 Stelle. E poi c’era stata la telefonata chiarificatrice con Giuseppe Conte. Altri contatti in giornata, anche con persone vicine all’ex premier. Il tutto condito con rassicurazioni che tra le fila pentastellate avevavo fatto sperare nel disgelo. E invece…

Travaglio furioso con Grillo intona il “de profundis” al M5S

E invece Grillo, come sottolinea un piccatissimo Travaglio nel suo editoriale in prima pagina oggi sul Fatto Quotidiano, sfascia tutto. Al punto che il giornalista, fuori di sé per quanto accaduto ieri con l’incursione romana di Grillo, si domanda esterrefatto: «Cosa intendeva esattamente Grillo quando chiese a Conte di fare il capitolo politico, visto che ora pretende di decidere al suo posto la linea politica, la segreteria e la comunicazione? Ha presente la differenza tra capo politico e prestanome, portaborse e badante?». Travaglio è furente: la rabbia trasuda in ogni singola parola del suo de profundis a M5S e a Grillo, padre fondatore e artefice dell’ammutinamento di un soggetto ormai informe e disorientato.

Nell’editoriale Travaglio dà a Grillo dell'”allucinato” più che del “visionario”

Grillo ha perso la bussola, sembra gridare più arrabbiato che affranto Travaglio. Tanto che, subito dopo gli interrogativi appena riproposti. E dopo aver dato al garante a 5 stelle più dell'”allucinato” che del “visionario”, il direttore nel suo editoriale aggiunge: «L’affermazione “non sono un coglione”, detta dall’interessato, vale quel che vale». E allora, si domanda l’aedo dei grillini, «come se ne esce? In due soli modi. 1) Gli eletti e gli iscritti ai 5Stelle votano sulla nuova piattaforma (“uno vale uno”) per decidere chi fa il capo e chi fa il coglione. 2) Conte si grillizza per un giorno. Manda tutti affanculo e se ne torna a fare l’avvocato e il professore. Dopo quattro mesi di volontariato senza stipendio, riconsegnando i 5Stelle a Grillo: è lui che li ha fondati, è giusto che sia lui ad affondarli».

Ma Travaglio non è l’unico deluso e furibondo…

Ma Travaglio non è l’unico deluso e incavolato. E se dai deputati piovono scroscianti applausi, dalla truppa dei senatori – dove si annida lo zoccolo duro dei contiani – emergono forti perplessità. «Serve una riunione al più presto, non era l’occasione giusta per poter manifestare liberamente il nostro pensiero», ha commentato a caldo una senatrice al termine del delirante show di Grillo. Poi ha aggiunto: «Serve un chiarimento tra Beppe e Conte. Se per mamma e papà va tutto bene, perché non ce lo vengono a dire insieme?». In serata, poi, arriva la notizia dell’ennesima telefonata tra Grillo e Conte. Ma per ora non basta a placare i malumori. Soprattutto quelli di Travaglio che, in prima pagina, titola il suo coccodrillo (che in gergo giornalistico indica un articolo commemorativo su qualcuno o qualcosa che non c’è più), «Il fondatore affondatore»…

Conte pronto a mollare quel che resta del M5S

Una metafora calzante, quella marina, che esprime al meglio la paura di Grillo di essere messo all’angolo, tanto da arrivare a mettere alle corde Conte. Che, privo di qualunque salvagente, ieri per ore ha schivato le telefonate, anche dei 5Stelle a lui più vicini. Anche perché, come rivela Il Fatto confidando alcune indiscrezioni dei vicinissimi all’avvocato, l’ex premier avrebbe detto: «Se dovessi reagire a caldo, non ci sarebbero più le condizioni per andare avanti». Poi, in serata, l’avvocato comincia a rispondere al telefono. Anche a Grillo a quanto pare. Ma la notte non sembra portare consiglio. E oggi, come scrive il quotidiano diretto da Travaglio, Conte sarebbe «pronto a lasciare dietro di sé il Movimento. O ciò che ne resterebbe, dopo l’alluvione di ieri»...

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