Ruby-ter, due anni al pianista di Arcore. Slitta ad ottobre la sentenza per Berlusconi

13 Mag 2021 19:47 - di Redazione
Berlusconi

Il ricovero di Berlusconi al San Raffaele di Milano impone un nuovo stop al filone senese del Ruby-ter, in cui l’ex-premier risponde di corruzione in atti giudiziari. A differenza di quanto accaduto in precedenza, questa volta l’istanza dei legali del Cavaliere, non ha trovato l’opposizione del pm. Ma si è trattato di uno a metà. Una sentenza, infatti, c’è stata è riguarda la posizione di Danilo Mariani, il pianista di Arcore. I giudici lo hanno condannato a 2 anni con la sospensione condizionale della pena per falsa testimonianza. E hanno invece rinviato al 21 ottobre la sentenza relativa all’accusa di corruzione in atti giudiziari, che vede il Mariani coimputato con Berlusconi. A decidere sarà un altro collegio.

Danilo Mariani condannato per falsa testimonianza

Dopo la sentenza odierna, infatti, l’attuale è diventato incompatibile.  Il processo si celebra a Siena perché è in questa città che – secondo l’accusa – Berlusconi avrebbe versato l’ultima tranche di denaro a . Per la Procura, i bonifici effettuati tra il 2011 al 2013 per un ammontare complessivo di 170mila euro costituirebbero la prova dell’avvenuta corruzione del Mariani affinché mentisse sulle serate del Bunga bunga. Per la difesa, sono solo compensi professionali. Del resto, a nessuno verrebbe in mente di compiere illeciti attraverso denari rintracciabili.

Il ricovero di Berlusconi impone un nuovo stop

L’imputazione di falsa testimonianza confermata oggi dal tribunale, risale al processo Ruby di Milano. In quell’occasione, il Mariani avrebbe fornito una testimonianza “addomesticata” circa il clima delle serate nella villa di Arcore. Per Berlusconi e molti dei suoi ospiti si trattava solo di «cene eleganti». Per i magistrati dell’accusa, vi si organizzavano festini a sfondo sessuale in cambio di danaro cui partecipava appunto anche Ruby, minorenne all’epoca dei fatti. Alla ricostruzione dei fatti manca ora solo il tassello senese. La sentenza odierna non è favorevole alla difesa. Ma resta da capire per quale motivo uno decida di corrompere un teste con dei bonifici piuttosto che con anonimo denaro contante.

 

 

 

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