Ddl Zan, Sallusti annichilisce Padellaro: urlate alla discriminazione e il Fatto mi dice put..na di strada

6 Mag 2021 13:10 - di Chiara Volpi
Sallusti Padellaro

L’argomento, di per sé, accende gli animi. Specie se a confrontarsi sono due giornalisti come Alessandro Sallusti e Antonio Padellaro. Due esempi di opposti a confronto, che in comune hanno solo una certa pacatezza e una innegabile flemma anche nell’esprimere concetti dirompenti. E così, anche ieri sono state scintille in tv tra i due, ospiti nel salotto di Lilli Gruber su La7, Otto e mezzo.

Ddl Zan, scontro Sallusti-Padellaro

Tra i temi su cui i due convitati sono chiamati a misurarsi c’è il Ddl Zan, cavallo di battaglia “zoppo” della sinistra militante, che in queste ultime settimane di corsa sfrenata alla rivendicazione buonista, i soliti attivisti dem tentano di far passare come un esemplare di razza a cui la destra integralista – secondo l’accusa dem – impedirebbe di arrivare all’ambìto traguardo della calendarizzazione parlamentare. E rispetto al quale il centrodestra di governo, con Lega e FI, proprio ieri ha presentato una sua proposta di legge, a firma Licia Ronzulli.

La flebile difesa dell’editorialista del “Fatto”

Dunque, nello studio di Otto e mezzo, sotto lo sguardo beffardo della padrona di casa Lilli Gruber, il dibattito si concentra alacremente sul Ddl Zan. Sallusti sul tema argomenta e cita. E Padellaro, puntualmente, replica dissentendo. Quando poi tanta bella teoria viene al redde rationem con i fatti, partono le bordate: che il direttore de Il Giornale sferra con aplombe britannico. E che l’editorialista del Fatto Quotidiano fatica ad incassare. E a cui replica con slogan triti e ritriti che hanno il solo effetto di abbassare il livello della conversazione a mera propaganda anti-destra: un must del giornalista dem. Un imperativo categorico nel salotto della “sinistra al caviale” de La7.

Sallusti replica a Padellaro sul Ddl liberticida

E così a Sallusti che, come molti prima di lui in questi giorni – l’ultimo è stato il filosofo Zecchi ospite di Quarta Repubblica nell’ultima puntata del talk di Porro – sottolinea in tv l’aspetto liberticida insito nelle pieghe del Ddl Zan, Padellaro sentenzia: «la legge Zan parla di pericolo concreto di comportamenti aggressivi in tema di razzismo e omofobia. Ma si salvaguarda la libertà d’opinione». Il direttore del Giornale non può lasciar passare. E replica serafico: «Non è così: per questo ci sono già le leggi». Rispetto alle quali la proposta di Zan sarebbe come minimo pleonastica. Oltre che anacronistica, dato il momento…

Sul concetto di discriminazione

Il punto, infatti, e lo sottolinea opportunamente Sallusti nel suo intervento tempestivo, «è che il Ddl Zan lascia ai magistrati l’interpretazione dell’uso delle parole». Che potrebbe risultare discriminatorio a secondo di come lo si guarda e giudica. Padellaro comincia ad agitarsi e rinnega: «Non è vero. Questo è un argomento in uso alla destra, che lo cavalca perché è una battaglia della sinistra. In Italia – insiste a questo punto l’ospite fisso della Gruber, che abbassa la conversazione a ragioni di “dispetto” – abbiamo ancora la destra del cortile di casa nostra».

«Il tuo giornale mi definisce putt***a di strada»

Sallusti, però, lo marca stretto. E non si lascia sfuggire l’occasione di replicare sul pezzo, rilevando: «Sull’istigazione alla violenza c’è già una legge. Il tuo giornale l’altro giorno mi ha definito una «put***a da strada». Se volessi potrei rivalermi, ma non lo farò». Che, dal particolare all’universale, sarebbe come dire che una altra legge sul tema è decisamente inutile. Padellaro colpito e affondato. Il Ddl Zan pure.

 

Frame e video dalla pagina Facebook di Otto e mezzo su La7

 

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