M5S a pezzi, serpeggiano nuovi addii: spunta il “toto uscenti” di queste ore. Conte: non pervenuto

27 Apr 2021 20:41 - di Ginevra Sorrentino
M5s e Conte

Il M5S è ormai ai minimi termini. Dopo il Vietnam che furoreggiato nei giorni scorsi con lo strappo tra Davide Casaleggio e il Movimento 5 stelle che hanno conclamato la crisi e sancito la separazione definitiva. Con la travagliata ufficializzazione del divorzio annunciata tra i denti dall’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento pentastellato, e il video di Grillo che ha buttato alcol sul fuoco delle polemiche, aizzando un ulteriore polverone per quel suo intervento a favore del figlio travolto dallo scandalo giudiziario, l’escalation della crisi in seno ai grillini, e del caos decisamente inarrestabile, è una realtà che non necessiterebbe nemmeno di ulteriori conferme. Se non fosse che, proprio nelle ultime ore, anche quel brandello di richiamo all’unità ostentato sul Blog delle stelle il 23 aprile scorso, amaro già dal titolo: «Oggi siamo a terra, ma ci rialzeremo», viene smentito dai fatti e dalle dichiarazioni di altri imminenti abbandoni annunciati in queste ore da ulteriori parlamentari Cinquestelle pronti alla diaspora.

M5S a pezzi e Conte tace. Nel caos spunta il “toto uscenti” di queste ore

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie…», risponde – guarda caso, il deputato M5S Gianluca Vacca, pronto addirittura a scomodare il poeta Ungaretti per commentare il clima interno al gruppo parlamentare, in attesa delle prossime mosse del leader in pectore Giuseppe Conte. La situazione è tesa e gli indugi dell’ex premier fanno infuriare ancor di più i molti eletti. Per questo circolano con insistenza voci di corridoio. Indiscrezioni che parlano di una imminente diaspora di altri malpancisti. Al centro dei malumori ci sarebbero le presunte, mancate garanzie, da parte dell'”avvocato del popolo”, sull’abolizione della regola dei due mandati. Blindata da Beppe Grillo con buona pace della vecchia guardia.

M5S, cresce la diaspora tra i malpancisti contro Conte. E non solo…

Alcuni di questi rumors finiscono anche sulla stampa. I diretti interessati, come Vacca, appunto, smentiscono di voler abbandonare il Movimento. Ma non negano il sentimento di insofferenza che continua a farsi largo tra i colleghi a 5S. «Stiamo riflettendo – prova a ridimensionare con l’Adnkronos il deputato, grillino della prima ora –. Siamo in attesa di capire il progetto di Conte. Il M5S come lo conoscevamo non c’è più. Sta nascendo qualcosa di diverso e vorremmo capire di che si tratta». E a chi solleva il problema delle restituzioni, Vacca (che figura tra i numerosi “ritardatari” dei bonifici) replica: «Non è un problema di restituzioni. Sono otto anni che le facciamo. Ma di progetto»…

M5s al redde rationem: «Siamo tutti in stand by in attesa di proposte da Conte»…

Non solo. Anche il collega Daniele Del Grosso, abruzzese come Vacca, si è ritrovato suo malgrado nel “toto-uscenti” di queste ore. Il parlamentare per ora frena su un suo possibile addio: «Stiamo aspettando la proposta di Conte, che valuteremo. Siamo tutti in stand by». Addirittura prova persino a smentire le voci di altri imminenti addii, sostenendo che «non c’è un gruppo che in questo momento sta uscendo: stiamo solo aspettando di capire questa proposta». Ma la toppa sembra essere persino peggiore del buco che vorrebbe andare a coprire. Tanto che, a fare eco alla smentita di Del Grosso interviene un altro deputato, Luca Frusone che, stando ai boatos, farebbe parte del gruppone pronto a fare le valigie, rilevando: «Non c’è nessuna fronda, ogni tanto si chiacchiera tra colleghi a proposito del piano di Conte: l’ex premier ha chiesto a noi parlamentari di contribuire con le nostre idee. Si parla di questo, non di abbandonare il Movimento»… Chissà perché ci credono in pochi…

Di Conte, nel frattempo, nessuna traccia: non pervenuto

Insomma, nonostante il caos il M5s tenta disperatamente di far rimanere il malcontento sottotraccia. Anche mandando avanti chi, come il presidente della Commissione Politiche Ue Sergio Battelli, deputato alla seconda legislatura, non ha nessuna intenzione di abbandonare la nave pentastellata. «Il M5S è la mia casa e lì resto – precisa all’Adnkronos il parlamentare ligure –. Però, come uno che abita da tanto tempo in una casa, quando si spostano i mobili e si abbattono i muri, voglio sapere qual è il progetto. Nessun tipo di scissione. Ma questa è una fase in cui tutti aspettiamo di capire cosa diventerà questa casa»… Una casa le cui fondamenta vacillano. E che molti si apprestano ad abbandonare prima che crolli in pezzi definitivamente. Del progetto di rifondazione – o ristrutturazione che dir si voglia – però, ancora non c’è traccia.  Preso atto del divorzio tra M5S e Rousseau, Conte si è infatti limitato ad annunciare che all’inizio di maggio presenterà il nuovo statuto del Movimento e la Carta dei valori. Difficile però sanare il contenzioso – e saldare i debiti – con Rousseau in tempi così brevi. Nel frattempo, meglio darsela a gambe?

 

 

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