Crisanti: ecco gli errori fatti con le case farmaceutiche, Pfizer e Moderna vaccini per ricchi
Pragmaticamente spietato, il virologo Andrea Crisanti spiega su La7, ospite di Tagadà, cosa c’e All’origine del caos vaccino. E tutti gli è ertoti fatui dagli Stati e dalla Ue in fase di contratti con le potenti case farmaceutiche. Che, in alcuni casi, hanno giocato al rialzo trasformando la corsa per accaparrarsi i vaccini in una specie di roulette con una gara a chi metteva più montagne di soldi sul piatto.
In sostanza serviva una clausola di condivisione delle tecnologie al momento dei contratti. Cosa che non è stato fatto.
Morale: se ci troviamo così non è solo colpa delle cause farmaceutiche. MA anche dell’insipienza di chi doveva perimetrarle e non lo ha fatto.
Ben venga lo Sputnik ma c’è bisogno di un approfondimento sostiene per prima cosa il virologo.
“Sputnik è simile come concezione ad AstraZeneca e Johnson&Johnson, quindi – spiega Crisanti – non mi sorprende che questo vaccino finzioni. Parte dei dati sono stati pubblicati su una rivista internazionale molto importante e sono tutto sommato convincenti – sottolinea -. Penso che in questo momento c’è bisogno di un approfondimento e di una verifica. Immagino che i dati siano già a disposizione dell’Ema, che li sta valutando. Quindi, è un processo che è in via di maturazione”.
Quanto alla scarsa disponibilità di vaccini, Crisanti è netto: “La questione andava risolta al momento in cui gli Stati hanno dato i quattrini alle case produttrici. L’America ha dato un miliardo e 250 milioni di dollari a Moderna e si è assicurata la produzione pressoché totale di questo vaccino. È chiaro che – afferma Crisanti – nel momento in cui sono stati fatti i contratti e sono stati dati i soldi pubblici, dovevano essere messe delle clausole di condivisione delle tecnologie che non sono state messe. E a questo punto non è che si può dire ‘tu c’hai il brevetto e io te lo tolgo’, perché si tratterebbe di un esproprio. La cosa migliore sarebbe stata raggiungere dei compromessi per delocalizzare la produzione”.
Ma la tecnologie alla base dei vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) è nuova, “ancora tutta da scoprire e potenzialmente – sottolinea Crisanti – con un valore immenso. Quindi io capisco bene la ritrosia delle case farmaceutiche a non voler condividere il brevetto”.
Detto questo, aggiunge il virologo, a risolvere i problemi di questa pandemia a livello mondiale “non saranno i vaccini né Moderna né Pfizer perché questi sono vaccini fondamentalmente per ricchi. Paesi con risorse economiche limitate – spiega Crisanti – come quelli africani non possano permettersi vaccini del genere che necessitano di una catena del freddo a quei livelli”.