AstraZeneca cambia nome, ora si chiama Vaxzevria. Ecco cosa dice sugli effetti collaterali
Il vaccino covid AstraZeneca cambia nome: ora si chiama Vaxzevria. Lo riferiscono i media stranieri sulla base dei dati dell’Agenzia europea per i medicinali. Il cambio di nome in Vaxzevria è stato approvato proprio dall’Ema il 25 marzo, a seguito di una richiesta dell’azienda farmaceutica anglo-svedese. In precedenza era semplicemente chiamato con la sigla “Covid-19 AstraZeneca vaccine” e, dunque, senza un nome vero e proprio. «Dare un nome a un farmaco nuovo è una consuetudine ed è un processo che avviene in maniera separata dall’approvazione normativa e regolatoria del farmaco stesso», hanno spiegato fonti di AstraZeneca.
Astrazeneca Vaxzevria, il ciclo di vaccinazioni
Nel bugiardino del “nuovo” Vaxzevria si specifica che «il ciclo di vaccinazione consiste in due dosi separate da 0,5 mL ciascuna. La seconda dose deve essere somministrata da 4 a 12 settimane (da 28 a 84 giorni) dopo la prima dose. Non ci sono dati disponibili sull’intercambiabilità di Vaxzevria con altri vaccini». I soggetti che hanno ricevuto la prima dose di Vaxzevria «devono ricevere la seconda dose di Vaxzevria per completare il ciclo di vaccinazione. Il farmaco viene somministrato ad adulti di età pari o superiore a 18 anni e stimola le difese naturali dell’organismo (il sistema immunitario) a produrre anticorpi e globuli bianchi specializzati che agiscono contro il virus, fornendo così protezione contro Covid-19». Il bugiardino evidenzia che Jnessuno dei componenti di questo vaccino può provocare la malattia. La sicurezza e l’efficacia di Vaxzevria nei bambini e negli adolescenti (di età inferiore ai 18 anni) non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili».
Il paragrafo che riguarda le trombosi
Un paragrafo è dedicato a ‘Trombocitopenia e disturbi della coagulazione’. «È stata osservata molto raramente una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria. Ciò include casi severi che si presentano come trombosi venosa, inclusi siti insoliti come trombosi del seno venoso cerebrale, trombosi della vena mesenterica e trombosi arteriosa, concomitante con trombocitopenia. La maggior parte di questi casi si è verificata entro i primi sette-quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata in donne di età inferiore a 55 anni. Tuttavia ciò potrebbe riflettere l’aumento dell’uso del vaccino in questa popolazione. Alcuni casi hanno avuto esito fatale», si legge.
Ecco quali sono i sintomi
«Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchie) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni, deve consultare immediatamente un medico», prosegue il testo.
Gli effetti indesiderati
Per quanto riguarda i ‘possibili effetti indesiderati’ di Astrazeneca Vaxzevria, nel documento pubblicato sul sito dell’Ema si evidenzia che “le reazioni avverse segnalate più frequentemente sono state dolorabilità in sede di iniezione (63,7%), dolore in sede di iniezione (54,2%), cefalea (52,6%), stanchezza (53,1%), mialgia (44,0%), malessere (44,2%), piressia (include lo stato febbricitante (33,6%) e febbre >38°C (7,9%)), brividi (31,9%), artralgia (26,4%) e nausea (21,9%). La maggior parte delle reazioni avverse è stata di severità da lieve a moderata e di solito si è risolta entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Se confrontate con la prim dose, le reazioni avverse riferite dopo la seconda dose sono state più lievi e segnalate meno frequentemente”.
AstraZeneca cerca di far dimenticare le polemiche
Parole che vorrebbero mettere tra parentesi le polemiche che nei giorni scossi hanno visto il marchio anglo-svedese al centro di roventi polemiche. Prima la Germania, poi l’Italia, quindi la Francia e la Spagna avevano dovuto cautelarmente sospendere le inoculazioni del vaccino a seguito di alcuni decessi per trombosi. Uno stop durato 72 ore e concluso solo dall’intervento dell’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco. Solo ieri un nuovo blocco, ancora dalla Germania. Alla luce di tutto ciò, non è difficile scorgere nel cambio di nome nel vaccino una necessaria operazione di marketing.