Le varianti del Covid arrivano a scuola. E in Campania si riaccende lo scontro De Luca-De Magistris

20 Feb 2021 14:33 - di Prisca Righetti
varianti Covid e scuola

Le varianti del Covid e scuola. Un binomio che fa paura. E che in Campania, in particolare, arriva a riaccendere lo scontro tra il governatore De Luca e il sindaco di Napoli De Magistris. L’allarme varianti, in grado di colpire anche i giovani e i giovanissimi, rischia dunque di travolgere, una volta per tutte, le possibilità del rientro in classe di molti studenti attualmente in dad. Su questo punto del resto, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è stato netto. E ha rinfocolato i timori: «La riapertura delle scuole deve essere effettuata al 100%, ma sugli istituti incombe il pericolo della variante inglese con il rischio di nuove chiusure». Un’inversione di tendenza, quella registrata dagli ultimi bollettini sul virus, che ha colpito ultimamente soprattutto Campani, Molise e Puglia. E che, contrariamente a quanto fin qui registrato, a causa della variante inglese, il Covid-19 ora colpisce anche i bambini più piccoli. Anzi, in base a quanto riferito ieri dal sito di Orizzonte scuola, in virtù di quanto emerso nelle riunioni del Cts: «Questa volta i più a rischio sarebbero proprio i bambini della fascia 0-9 anni».

Varianti Covid e scuola: si riaccende lo scontro tra De Luca e De Magistris

Dunque, le varianti del Covid fanno registrare una inquietante inversione di tendenza che colpisce i più giovani. E di rimando, le loro famiglie. tanto che ora il nodo più duro da sciogliere rispetto all’apertura o ri-apertura della scuola, sembra essere diventato quello sulle elementari. Che, come noto, nei mesi scorsi – tranne che in Campania e in Puglia – erano rimaste sempre aperte. Tanto che, in Campania in particolare, l’esplosione di nuovi casi ha riaperto il fronte dello scontro istituzionale fra il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Con il primo, che già si è detto disposto a nuove chiusure. E il secondo, che di rimando si è espresso semmai favorevolmente – ma come estrema ratio – a interventi «circoscritti e mirati».

Varianti Covid e scuola: in Puglia Lopalco annuncia nuove restrizioni

In Puglia, nel frattempo, l’assessore alla Salute Pierluigi Lopalco si dischiara in allerta e propenso a sua volta a nuove restrizioni per gli istituti scolastici. Perché, riporta sempre il sito di Orizzonte scuola in un esaustivo servizio sul tema: «Il virus colpisce i più giovani». Anche se poi, aggiustando il tiro, l’esperto ha anche precisato di restare comunque in attesa di nuove indicazioni dal governo. Perché «la situazione pugliese è analoga a quella di tutte le regioni italiane. Dove le nuove varianti si stanno diffondendo». Insomma, il traguardo del completo e definitivo rientro a scuola di tutti gli studenti, sembra destinato ad allontanarsi ancora. Quasi un miraggio, ormai, più vagheggiato che effettivamente intravisto…

Le dichiarazioni del ministro Speranza che parla di «nuova insidia molto importante»

Un allontanamento degli obiettivi rimarcato anche dalle parole del ministro Speranza. Che intervenendo sul tema, ha parlato di «settimane senza precedenti». E di «sfida, come sanno bene gli operatori. Soprattutto delle aree che anche in queste ore sono più colpite. E fronteggiano le varianti del Covid: una nuova insidia molto importante». Come sottolineato in queste ore anche da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Che a Sky Tg24 ha dichiarato: «Tornare a scuola al 100% è un obiettivo che ci poniamo tutti. Il problema è se in queste situazioni sia possibile. In questo momento è difficile pensarci – ha ammesso Giannelli –. Anche se è un obiettivo di lungo termine al quale dobbiamo prestare attenzione. Non a caso abbiamo chiesto un’accelerazione della campagna vaccinale».

Nel frattempo il Molise prova ad aggiustare il tiro delle recriminazioni sulla Regione

Nel frattempo il Molise, con il suo governatore Toma, prova a ridimensionare il dato. O quanto meno, a estenderlo a livello nazionale.«Oggettivamente l’aggressione a soggetti più giovani c’è. E si vede», risponde il presidente di Regione. Che poi aggiunge: «Bisogna però vedere se c’erano delle concause. Se si trattava di immunodepressi. O se la variante inglese è particolarmente aggressiva, come qualcuno dice, pur senza evidenze scientifiche. Abbiamo avuto una terapia intensiva grave di un 20enne grande obeso… Abbiamo avuto un meccanico di 38 anni che è morto: e questo fa specie. Ci stiamo preoccupando. Lo abbiamo sempre fatto. Ma siamo in linea con i dati nazionali, non si muore solo qui. Chiaramente noi siamo pochi e da noi tutto fa impressione»...

 

 

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