L’assassino di Meredith, Rudy Guede, è già libero e viene celebrato da eroe. “È una risorsa…”

5 Dic 2020 13:58 - di Lucio Meo

Rudy Guede è libero: l’ivoriano condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, è fuori dal carcere. Ha ottenuto l’affidamento ai servizi sociali. “Continuerà a studiare e a fare volontariato alla Caritas di Viterbo e non rientrerà in cella”, alloggiando in un appartamento che gli è stato messo a disposizione in centro a Viterbo. Lo riferisce l’avvocato Fabrizio Ballarini, in una intervista su Il Messaggero. Per Guede, detenuto a Viterbo e che usufruiva di un permesso speciale legato alla prevenzione dei contagi covid, il fine pena (16 anni di reclusione inflitti con rito abbreviato) è previsto a marzo 2022. Il Tribunale di sorveglianza, che ha concesso la libertà al trentenne, nella motivazione del provvedimento ha parlato di un percorso di reinserimento particolarmente avanzato.

Rudy Guede libero e affidato ai servizi sociali

“L’istanza di affidamento ai servizi sociali è stata concessa dal Tribunale di sorveglianza di Roma in considerazione del documentabile percorso didattico e umano che Rudy ha seguito durante i 13 anni di detenzione”, ha affermato Claudio Mariani del Csc di Viterbo e impegnato con il Gavac (Gruppo assistenza volontari e animatori carcerari). “Oggi non stiamo più parlando della solita storia del detenuto modello che si è laureato – ha aggiunto -. Ormai parliamo di un ragazzo che durante i mesi del lockdown è stato, e tutt’ oggi è, al servizio dei più fragili della città come volontario della Caritas, diventando una risorsa della nostra comunità”.

L’ivoriano aveva assassinato Meredit Kerchner: incastrato dal Dna

L’ivoriano, unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, incastrato dal dna ritrovato sugli indumenti intimi della vittima durante la detenzione nel carcere Mammagialla, si sarebbe distinto. E’ riuscito a ottenere dei permessi per continuare gli studi e intraprendere tirocini didattici col Centro studi criminologici di Viterbo. In questi anni ha tra l’altro conseguito il diploma, una laurea in scienze storiche con 110 e lode, e ha terminato gli esami per Storia e società. E il Centro studi criminologi, che da oltre 10 anni segue le vicende legate a Guede e all’omicidio Kercher, anche ieri è stato al suo fianco.

Lo scorso anno il Tribunale di Sorveglianza, su istanza del suo avvocato, rigettò l’affidamento ai servizi sociali e gli concesse la semilibertà: orari stringenti diurni per uscire e lavorare e la notte di nuovo in cella. L’ivoriano non si è scoraggiato, ha continuato il percorso di reinserimento lavorando e studiando. E ieri alle 14 la nuova pronuncia: fuori dal carcere. “Siamo molto soddisfatti – ha affermato l’avvocato Ballarini – e voglio sottolineare che questo risultato è merito soprattutto della volontà e dell’intelligenza del detenuto, che non ha mai perso tempo ma lo ha messo a frutto”.

Raffaele Sollecito: “Non lo sapevo, mi fa piacere per lui”

“Non lo sapevo, ma comunque mi fa piacere. Non ho seguito sinceramente il suo percorso detentivo. Ma se una persona si comporta bene in carcere penso si meriti una seconda opportunità”. Così all’Adnkronos Raffaele Sollecito commenta l’uscita dal carcere e l’affidamento ai servizi sociali di Rudy Guede, l’ivoriano condannato per l’omicidio di Meredith Kercher.

“Non è un problema, è una risorsa”

“Siamo felici, anche se, non so bene cosa voglia dire essere contenti in queste circostanze. Parliamo di un caso di cronaca nera che ha fatto epoca e che vorremmo non ci fosse mai stato. Nei confronti di Rudy però, del suo reinserimento nella società, siamo soddisfatti. In 14 anni il ragazzo è cresciuto molto dal punto di vista umano, è maturato, ha studiato, ma, soprattutto si è messo a servizio della comunità. Anche in questo periodo di totale emergenza per il paese”. Così all’Adnkronos il professor Claudio Mariani, direttore del dipartimento Criminologia del Centro Studi Criminologici di Viterbo, città dove Rudy Guedè svolgeva attività di volontariato in carcere e fuori dal carcere.  Sembra di sentire la Boldrini…

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