L’ex pm Ingroia condannato per peculato a Palermo: un anno e dieci mesi di carcere

12 Nov 2020 13:21 - di Mia Fenice
Ingroia

Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, è stato condannato per peculato dal gup di Palermo a un anno e dieci mesi di carcere. La pena è stata sospesa. L’ex magistrato e oggi avvocato è stato invece assolto da uno dei due capi di imputazione. La procura aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.

Restituita all’ex pm la somma di 117mila euro

La vicenda nasce da una segnalazione della Corte dei conti che fa riferimento al periodo in cui Ingroia era a capo della società Sicilia e-Servizi. Il tribunale ha anche disposto la restituzione della somma di 117mila euro che gli venne sequestrata tempo fa, durante l’inchiesta. La somma faceva riferimento all’indennità di risultato di 117mila euro lordi che furono erogati a Ingroia nel 2014. Quando era liquidatore della società Sicilia e-Servizi. Secondo la procura l’ex pm si sarebbe autoliquidato la somma illegittimamente. La condanna fa riferimento invece alle spese di soggiorno, che secondo la procura non gli erano dovute.

Ingroia: «Fatta giustizia solo a metà»

«È stata fatta giustizia solo a metà. Da un lato, rimango soddisfatto per l’assoluzione del reato più grave che mi veniva contestato dai pm, cioè di essermi intascato una indennità non dovuta. Ma dall’altro rimango abbastanza sbalordito e stupito per la condanna, perché ritengo persino ridicola questa contestazione», ha commentato all’Adnkronos l’ex pm. «Sulla prima accusa, la procura già ha dovuto correggere il tiro: dopo avermi contestato di aver incassato indennità di risultato non dovute per tutti gli anni, ha poi tenuto in piedi solo l’accusa per il 2014 archiviando quelle per gli anni successivi», aveva detto Ingroia in aula.

Le contestazioni dell’accusa

I pm gli contestavano che non gli fosse dovuta la sola indennità relativa al 2013, e pagata nel 2014, in quanto nel 2013 era stato in carica soltanto come liquidatore e non come amministratore della società. «Continua a lasciarmi sbalordito il fatto che a tutti i miei predecessori la procura non ha fatto mai alcuna contestazione. Come ad esempio al mio direttore generale. Questa cosa mi dà dei sospetti…». «Mentre io che ho fatto risparmiare soldi alla regione sono stato accusato ingiustamente», ha aggiunto. Sull’assoluzione si è mostrato soddisfatto. «Finalmente mi è stata riconosciuta la infondatezza delle accuse che mi sono state contestate e rovesciate addosso per tre anni. È molto importante che è stata disposta la restituzione di gran parte della somma che mi fu sequestrata».

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