Covid, Palù: vi spiego tutto sull’epidemia. Ecco quanto durerà e quando aspettarsi un nuovo picco

4 Nov 2020 17:51 - di Lara Rastellino
Covid Palù su durata e picco

Covid, l’epidemia spaventa: per il numero e gli effetti dei contagi e per tutto quello che significa cercare di arginarli. E allora, quanto durerà la bomba sanitaria? E, soprattutto, quanto gli echi della sua deflagrazione? Domande cruciali a cui, dall’Adnkronos Salute, ha risposto in maniera rassicurante ed esaustiva Giorgio Palù, past president delle Società italiana ed europea di virologia. Il quale, sviscerando letteralmente ogni singolo aspetto dell’emergenza sanitaria che ci ha travolti, ha chiarito tutto sul virus: dalla sua letalità al tasso di contagiosità. Dalla durata della sua recrudescenza, alla fase in cui è previsto un nuovo picco.

Covid, Palù: vi spiego tutto sull’epidemia e il nuovo picco

Dunque, mentre siamo in piena seconda ondata di Covid-19 e ci si prepara a ulteriori chiusure, in molti si chiedono: quanto durerà? «La premessa è che questo è il primo virus pandemico della famiglia dei coronavirus: quelli del raffreddore, infatti, sono con noi da millenni e fanno meno danni. Dunque ci sono molte cose che non sappiamo. Ma da virologo posso dire che, seguendo le mutazioni di Sars-CoV-2, in questi mesi è aumentata la contagiosità, ma non la sua letalità. E se c’è già chi preconizza una terza, una quarta o una quinta ondata, noi non abbiamo conoscenza di una pandemia che sia durata più di 2 anni». Lo afferma all’Adnkronos Salute Giorgio Palù, past president delle Società italiana ed europea di virologia.

Nessuna pandemia è durata più di 2 anni

«Lascio ai politologi le analisi sui provvedimenti, ma ricordo quello che abbiamo appreso dalla Spagnola del 1918, dall’Asiatica del ’57, da quella di Hong Kong del ’68 e dalla Suina del 2009: nessuna pandemia è durata più di 2 anni. Certo dovevamo attenderci una recrudescenza del virus in autunno e prepararci: succede con tutti i virus respiratori pandemici», aggiunge Palù. E adesso? «Come si dice “ha da passà a nuttata”. È è un virus nuovo, ma a gennaio-febbraio di solito c’è il picco di questi virus respiratori. Dunque, a situazione invariata, possiamo attenderci un incremento dei casi. Ma non dobbiamo dimenticare che questo patogeno si sta adattando all’uomo. La letalità, secondo tutti gli studi, oscilla tra 0,25 e 0,6%», continua l’esperto.

Sull’efficacia degli anticorpi monoclonali

«Inoltre parliamo spesso dei vaccini allo studio, ma stanno arrivando già i dati degli studi sugli anticorpi monoclonali e vediamo che si stanno rivelando molto efficaci; quello” di Regeneron “ha rimesso in piedi Trump in pochi giorni. E sullo stesso remdesivir, al di là dell’analisi dell’Oms (secondo la quale il farmaco sembra avere un piccolo o inesistente beneficio sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero dei ricoverati, ndr), va detto che tutti gli antivirali vanno dati all’esordio dei sintomi, non quando il paziente è già grave». Insomma, la ricerca sta correndo. «Ma si tratta di un virus nuovo, il primo pandemico di questa famiglia, e dobbiamo ammettere che ci sono ancora molte cose che non conosciamo», conclude il virologo.

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