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Covid, Bassetti: «Contro di me un linciaggio mediatico. Ma io difendo le mie idee a testa alta»

Politica - di Renato Fratello - 17 Ottobre 2020 - AGGIORNATO 18 Ottobre 2020 alle 15:37

«Il virus si può e deve sconfiggere e la paura può essere solo un ostacolo che io non cavalcherò mai». Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, componente della task force Covid-19 della Regione Liguria, rivendica così in un lungo post su Facebook il fatto di aver «sempre voluto infondere al prossimo» un messaggio di «speranza e serenità». E nega di aver «mai detto che il virus sarebbe morto a giugno». Ciò premesso, aggiunge, «chi alimenta le preoccupazioni della gente è un terrorista. Invece mai come in questo momento ci vogliono calma e sangue freddo».

Covid, Bassetti: «Affronto a testa alta il linciaggio mediatico»

«C’è una sostanziale differenza tra chi parla e scrive sui social o alcuni giornali, spinto dall’emotività del momento. O da strumentalizzazioni politiche. E chi parla e scrive avendo di fronte la realtà dei fatti: si chiama esperienza, ottenuta studiando sui libri e sul campo». Tiene a puntualizzare l’infettivologo. «Ed è quella che in queste ore mi permette di affrontare a testa alta il linciaggio mediatico a cui gli odiatori seriali, la maggior parte fake, mi hanno sottoposto. Io in questi mesi ho studiato la malattia e vissuto a stretto contatto con lei». E aggiunge: «Ho lottato al fianco dei miei pazienti per sconfiggerla e la maggior parte delle volte ce l’abbiamo fatta, insieme. E l’abbiamo fatto in corsia. Dove spesso a parlare sono solo gli occhi, pieni di paure e di richieste di aiuto che spesso. Grazie all’immenso lavoro della mia grande squadra di medici e infermieri, si trasformavano in speranza e poi in serenità». La stessa che Bassetti dice aver voluto trasmettere «giorno dopo giorno. E anche oggi, che tutto sembra tornare nero, lo sostengo con convinzione».

«Le scelte prese e le mie considerazioni sono solo frutto di dati scientifici e di ore passate in corsia – ripete lo specialista – Dispiace per chi, evidentemente pagato per farlo, punti a screditarmi soffiando sulle legittime paure della gente».

«Il nemico muta»

«Le battaglie non sono tutte uguali – ragiona Bassetti – Il nemico muta, si nasconde, riappare. E così anche le strategie per sconfiggerlo. Ieri ho detto una cosa semplice, strumentalmente equivocata. Ritengo che applicare il modello Spezia a tutta Italia sia utile al contenimento del virus, alla gestione ospedaliera e alla stabilità economica del Paese. Servono interventi mirati e misure stringenti in quelle città o in quei quartieri dove vi è maggiore percentuale di contagio. Solo così possiamo mantenere un equilibrio, già precario, per il bene di tutti. Circoscrivendo il virus senza condannare a fine certa le nostre attività».

«Chi ha interpretato male le mie parole è in malafede»

«Chi ha interpretato male le mie parole è in malafede», sostiene l’infettivologo. «Io resto a disposizione della mia Regione e del governo con cui il dialogo è costante, anche in queste ore di decisioni importanti, in un’ottica di grande collaborazione e con il grande spirito di servizio con cui ogni giorno vado in reparto dai miei pazienti. Non sarà facile, ma ce la faremo – è convinto l’esperto – e finalmente potremo sorridere dietro le nostre mascherine».

In conclusione un «Ps. Come vedete non ho mai detto che il virus sarebbe morto a giugno. Ecco la smentita ufficiale che lo prova», conclude Bassetti postando la foto di una rettifica di Libero.

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di Renato Fratello - 17 Ottobre 2020