Scontro nel Pd: «Non vogliamo mischiarci con i Cinquestelle». E Zingaretti ci mette una pezza

19 Ago 2020 10:14 - di Franco Bianchini
Pd

La possibilità di alleanze con il Movimento 5 stelle per le prossime elezioni amministrative riaccende il dibattito all’interno del Pd. Da una parte chi si mostra tiepido o addirittura contrario rispetto all’ipotesi di intesa. E chiede anche un congresso nel 2021 per riaffermare l’identità riformista del partito. Dall’altro chi segnala la necessità di concentrarsi prima sul prossimo appuntamento elettorale, rivendicando anche i risultati raggiunti nell’ultimo anno dalla leadership del Nazareno. Finché è il segretario, Nicola Zingaretti, a intervenire con un lungo post su Facebook, puntualizzando che gli eventuali accordi con M5S saranno frutto di «un processo nel quale stare, combattendo con la nostra identità».

C’è chi chiede un congresso “vero” del Pd

Un’esigenza posta dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in un lungo intervento sul Foglio, «Ci confronteremo con questa novità nei prossimi mesi. Senza avere però la pretesa -spiega- di annullare o azzerare quelle profonde e radicali differenze politico-culturali che esistono tra noi e i Cinquestelle». Più duro il sindaco di Firenze, Dario Nardella. «Io non ho pregiudizi di principio, ma annunciare patti politici alla vigilia di qualche elezione, come fatto in Umbria, è più una tattica miope che il frutto di un serio progetto politico. Se si vogliono fare passi politici strategici, non basta qualche intervista sul giornale. Si abbia il coraggio di fare un congresso vero. Certo non ora in cui dobbiamo essere tutti concentrati per battere le destre nelle elezioni regionali e comunali del 20 settembre. Ma dopo sarà inevitabile prepararsi a un congresso per darci un nuovo profilo riformista».

Lo scontro si fa duro

Parole che suscitano la dura reazione del vicesegretario Pd Andrea Orlando. «Che ne dite di fare la campagna elettorale prima e parlare degli assetti interni poi?». «Sarebbe molto meglio – fa eco Michele Bordo – se, anziché parlare di congresso, ci concentrassimo tutti sulla campagna elettorale. Mi permetto tuttavia di ricordare che solo due anni fa il Pd era isolato e fuori da ogni processo politico. Oggi invece siamo centrali nell’esperienza di governo e in crescita nei sondaggi».

Zingaretti: stop alle ricostruzioni maliziose sul Pd

A mettere i puntini sulle i interviene allora il leader del Pd, Zingaretti. «Sull’esito della votazione nella piattaforma Rousseau da parte della base del Movimento 5 Stelle si sta generando troppa confusione. Non sempre senza malizia e, spesso, con una buona dose di strumentalità si fanno ricostruzioni fuorvianti».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *