Ai lettori del Secolo d’Italia, il commiato e un arrivederci con le nostre idee

5 Lug 2020 6:00 - di Francesco Storace

E nel 2019 il suggerimento di Giorgia Meloni. “Per il Secolo la fondazione An cerca un direttore. Perché non ci provi tu?”. Accettai con entusiasmo il ritorno a casa mia. La sfida del quotidiano digitale. Non più cartaceo come anni prima. Con gli insegnamenti preziosi e quotidiani di Italo Bocchino e Gimmi Fragalà. Con i consigli dell’amministratore Giordano e gli incoraggiamenti del presidente della fondazione An, Valentino.

Da domani al Tempo accanto a Franco Bechis

Ora la famiglia Angelucci mi ha proposto di lavorare per un giornale di grandissimo prestigio nella storia della mia città e anche attento e costante osservatore della crescita della destra italiana. Da domani sarò al Tempo accanto a Franco Bechis, come suo vicedirettore vicario. Si torna alla carta e al digitale insieme.

Nella testa emozioni a mille. Lascio il Secolo d’Italia con un po’ di magone e la soddisfazione di essere arrivati a livelli inimmaginabili al mio arrivo: questa testata continuerà ad essere fonte importante e autorevole nel mio nuovo appuntamento quotidiano, grazie al lavoro tenace dei suoi redattori che saluto con affetto e riconoscenza. Sua maestà la notizia si è affezionata al nostro modo di porgerla ai lettori. Sono bravi i giornalisti del Secolo d’Italia.

E ai lettori va il mio grazie per avermi seguito in questa avventura. E le scuse per qualche ritardo nella pubblicazione dei commenti ai nostri articoli: perché non li ho mai voluti pubblicare in automatico anche se erano centinaia. Li ho sempre voluti leggere uno per uno. Per capirvi ed essere amico partecipe di ognuno di voi e delle vostre speranze.

Ci guida una grande fede, ci accompagna una straordinaria passione per le nostre idee, ci accomuna tutti l’amore per la Patria. È il giuramento di una vita, ovunque siamo. Ci ha accompagnato dappertutto. E ci ha fatto ritrovare sempre.

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