Il Gip “scagiona” CasaPound, ma a qualcuno non va giù: la macchina del fango non si arresta
La notifica del sequestro del palazzo di via Napoleone III, occupato da CasaPound, si è rivelata un boomerang per chi l’aveva proposta e cavalcata. Dagli atti risulta che lo stabile è stato sequestrato per il solo reato di occupazione abusiva e non per quello infamante di associazione a delinquere finalizzata all’odio razziale. Per il Gip Zsuzsa Mendola, infatti, l’accusa mossa dal pm Eugenio Albamonte è, di fatto, priva si sostanza e da rigettare in vista del dispositivo di sequestro. Uno smacco niente male per quanti avevano sperato di poter dare la spallata giudiziaria al “nemico” politico. E, insieme, una figuraccia per chi, a partire da Virginia Raggi, si era beato dell’atto d’accusa firmato dal pm, ormai ribattezzato “partigiano” per le sue esplicite simpatie per l’Anpi.
Quei titoli tendenziosi su CasaPound
Eppure, a leggere i giornali di oggi, pare che qualcuno non si voglia proprio rassegnare al fatto che CasaPound non è “un’associazione a delinquere”, come teorizzato da Albamonte & co. Fra tutti spicca il titolo dell’edizione romana del Corriere della Sera. «”Stop all’attività criminosa”. La Gip sequestra il palazzo», vi si legge, mentre il sommario recita: «CasaPound, richiesta di altre prove per l’istigazione all’odio». Insomma, benché il Gip sia stato molto netto nel chiarire che i fatti contestati a Cpi non consentono di contestare all’organizzazione quel reato così odioso, tutto il titolo del Corriere induce a far credere il contrario. Nel pezzo, poi, del rigetto dell’accusa di istigazione all’odio si dà conto solo in coda, dopo una lunga prolusione sull’occupazione abusiva. Insomma, non esattamente dopo uno scooppone, considerato che tutti sanno che l’esperienza dello stabile di Napoleone III nasce da una occupazione a scopo abitativo.
Il vero scoop: la cronaca di “Repubblica”
Più (incredibilmente, verrebbe da dire) equilibrato il titolo di Repubblica, che si attiene alla notizia. «“Abusivi, non razzisti”. Il giudice ridimensiona le accuse a CasaPound». Nel sommario viene dato conto del commento del movimento sul fatto che lo sfratto è “solo un annuncio” e del botta e risposta tra la Raggi e il Mef.