Niente coronavirus nell’acqua del mare e nelle cozze: lo rivelano i ricercatori francesi

20 Mag 2020 8:03 - di Paolo Sturaro
acqua del mare

Una  ventata di ottimismo per l’estate arriva da uno studio francese. Nella lotta contro il coronavirus la spunta l’acqua del mare. Uno studio francese su diversi campioni d’acqua marina, ostriche e cozze non ha riscontrato alcuna traccia di Covid-19. Realizzato dall’Ifremer (istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare), lo studio è iniziato a metà aprile Per portarlo a termine, hanno prelevato campioni quindicinali negli stessi siti, racconta il sito di France 3 Normandie.

L’acqua del mare è “libera”

Vacanze più tranquille? Non c’è ancora certezza totale, dato che l’esperimento è stato condotto su un numero limitato di spiagge. Però si tratta di «una buona notizia», commenta il virologo Soizick Le Guyader, responsabile del  laboratorio Ifremer di Nantes.

Il virus c’è nelle acque fognarie

Studi in Francia e in altri paesi hanno confermato la presenza del virus nelle acque fognarie. Per questo l’Ifremer ha prelevato campioni di acqua del mare in zone esposte alla contaminazione di feci umane in 3 siti sulla costa normanna, 8 su quella bretone, 8 su spiagge atlantiche e 3 mediterranee. Ha effettuato poi altri test su campioni di ostriche e cozze. Finora non è stata trovata nessuna traccia del coronavirus.

Il cloro in piscina è nemico del virus

I risultati non stupiscono altri studiosi. Secondo la microbiologa francese Isabelle Poirier dell’istituto Cnam-Intechmer di Cherbourg, il virus non può sopravvivere ai trattamenti al cloro fatti alle acque sporche prima che siano riversati nelle acque del mare. Un altro elemento lo offre Simon Le Hello, responsabile del servizio d’igiene dell’ospedale universitario di Caen. «La sopravvivenza del virus è breve, specie in un ambiente ostile come l’acqua salata», dice. Lo stesso, continua Le Hello, vale per le piscine dove «il trattamento al cloro non è favorevole alla persistenza del virus». Mentre per saune, hammam e spa è il calore a uccidere il virus, nota Poirier. Il problema è evitare che in questi luoghi vi sia affollamento.

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