Anche Bruno Vespa contro Fca: “Elkann rinunci al prestito, per il buon nome dell’Italia”

17 Mag 2020 11:07 - di Penelope Corrado

Anche Bruno Vespa interviene contro il prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto da Fca Auto per l’emergenza coronavirus. Lo fa su Twitter e con un video sui Social.

Bruno Vespa sui Social contro la Fca

“Sono nato con la Fiat, l’ho amata e difesa. Per 20 anni ho incontrato ogni anno Giovanni Agnelli. Ci sono una storia e una immagine da difendere. Per questo è inopportuno chiedere 6,3 mld lasciando sede in Olanda. John Elkann lo deve al buon nome dell’Italia”.

Così Bruno Vespa commenta la decisione dell’azienda presieduta da John Elkann di chiedere i finanziamenti previsti dal Decreto Liquidità per aiutare le imprese in difficoltà a causa della crisi generata dal Covid-19.  In base alle disposizioni del Decreto Liquidità l’ammontare della linea di credito dovrebbe essere pari al 25% del fatturato consolidato delle società industriali di Fca in Italia e cioè fino a 6,3 miliardi di euro. Ieri anche il giornalista e deputato Gianluigi Paragone aveva registrato un video contro il prestito alla ex Fiat.

La posizione della Fca

«L’innovativo accordo – sostiene il gruppo presieduto da John Elkann e guidato dall’ad Mike Manley – riconoscerebbe il ruolo del settore automobilistico nazionale, di cui Fca, insieme ai fornitori e ai partner è il fulcro, nella ripartenza del sistema industriale italiano. Tale posizionamento sarà rafforzato nei prossimi anni dall’ampio piano di investimenti già presentato e confermato come testimoniano i recenti avvii della produzione dei nuovi modelli Fiat 500 elettrica a Torino e Jeep Renegade e Compass PHEV a Melfi».

Conte difende il prestito

Ieri il premier Conte ha risposto difendendo la decisione della Fca. «Non stiamo parlando di privilegi. Fca sta a monte di una catena dove ci sono fabbriche italiane, c’è lavoro italiano e si produce in Italia. C’è un problema di competizione di ordinamenti. Inghilterra o Olanda, dobbiamo chiederci: perché vanno lì? Noi dobbiamo rendere più attraente il nostro ordinamento giuridico. Stiamo introducendo modifiche societarie nel dl Semplificazioni per scongiurare la maggiore competitività di altri Paesi dell’Ue, che per me è inaccettabile. Non intendiamo più concedere questi vantaggi ai nostri competitor». E il quotidiano della famiglia, La Stampa ha difeso la posizione del gruppo con un lungo articolo. «Del resto – scrive il quotidiano torinese – Fca occupa in Italia 53.417 addetti in 16 stabilimenti e 26 poli di ricerca e sviluppo. La filiera automotive conta oltre 400 mila lavoratori, rappresenta più del 7% degli occupati del settore manifatturiero, ha un fatturato di quasi 106 miliardi, l’11% della manifattura e il 6,2% del Pil». Insomma, per i giornalisti della famiglia Agnelli è tutto normale.

 

 

 

 

 

 

VESPA SENZA FRENI SULLA FIAT

Ha ragione Bruno Vespa!

Pubblicato da Lega – Salvini Premier su Domenica 17 maggio 2020

Commenti

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  • Flavio 18 Maggio 2020

    Perchè non mi dite avv.ti del gruppo Agnelli. quanti soldi la FIAT ha incassato dalla cassa per il mezzogiorno, e quanti milioni ha incassato perchè metteva gli operai in cassa integrazione. Io sono un EX esperto del mezzogiorno nonchè collaudatore per conto del Minstero Dell’Industria.

  • mario noce 18 Maggio 2020

    Non bisogna dimenticare che marchionne lo ha fatto scappare dall’Italia il sindacato della sinistra.

  • Paolo 18 Maggio 2020

    Il virus ha colpito pure vespa, parla come se fossimo a Cuba o in corea

  • ADRIANO AGOSTINI 18 Maggio 2020

    Infatti è uno scandalo: paga le tasse in Olanda e prende la Cassa Integrazione in Italia. Tutto questo grazie al beneplacito di Renzi e dei sindacati (nel 2016) quando Marchionne volle spostare la FCA in Olanda per pagare meno tasse.

  • federico 18 Maggio 2020

    Politici, media, opinione pubblica, classe dirigente hanno dormito sonni tranquilli per 15 anni, ammaliati dalle parole di Marchionne. Le azioni sono salite, peraltro molto meno degli altri gruppi automobilistici, per non parlare di Tesla, Google, Amazon. Ma la realtà industriale? La produzione Fiat è andata quasi a zero, si salvano solo Ducato e Panda, sviluppati pre-Marchionne; Chrysler produce meno che nel 2007, per non parlare degli anni ’90 o primi 2000. Fiat aveva tecnologie di prodotto e di processo all’avanguardia – basti ricordare la mitica Delta Integrale e le prime linee altamente automatizzate al mondo: ancora negli anni ’90 le linee di produzione Fiat erano le più automatizzate al mondo, e in quegli anni ben 4 modelli vinsero il premio “auto dell’anno”. E dopo? Dopo la cura Marchionne nemmeno più la Ferrari vince…

  • Cervohold 17 Maggio 2020

    FCA in Italia lavora in perdita da anni, compete e fa degli utili solo grazie alla produzione e alle vendite negli USA e nel resto del mondo; in più, invece di andarsene e guadagnare il doppio, investe 5 miliardi in Italia dando lavoro diretto ed indiretto per decine di miliardi di stipendi, contributi e tasse………….se chiede un finanziamento (previsto dalla legge) lo si deve dare senza se e senza ma, è una delle poche volte che il Presidente Conte ha detto una cosa giusta, chi critica merita di perdere la cittadinanza con tutti i benefici collegati.

  • ALESSANDRO LEPRI 17 Maggio 2020

    I prestiti vanno dati a societa’ che pagano le tasse in Italia. Registarte in un tribunale Italiano. Come lo era la Fiat prima che il morto infame la distruggesse.