Sos Carceri, la polizia penitenziaria chiede interventi urgenti. Ma niente amnistie né indulti

10 Apr 2020 17:31 - di Redazione

Sos carceri al tempo del coronavirus. “Abbiamo nei giorni scorsi inviato un appello al premier per l’adozione di misure deflattivo. E dall’inizio dell’emergenza sollecitiamo le istituzioni a interventi tempestivi. Per una migliore gestione dell’emergenza”.  E’ il nuovo appello della polizia carceraria che non accetta né amnistie né indulti. “Come qualcuno ha voluto strumentalizzare, per qualche minuto di pubblicità”. Parole di Daniele Caputo, segretario nazionale dell’Associazione dirigenti e funzionari di Polizia penitenziaria.

Sos carceri, la polizia: più collaborazione tra i nuclei

“Più semplicemente abbiamo chiesto misure alternative alla pena. Senza gravare sulle altre forze dell’ordine, già impegnate nel controllo del territorio”.  Il riferimento è al passaggio dall’esecuzione della pena in carcere all’esecuzione della pena fuori dal carcere. “In questa fase – continua la Caputo – sono sospese le attività giudiziarie. Salvo casi urgenti. Ne consegue che il personale dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti può dare una mano agli istituendi Nuclei di Polizia Penitenziaria. Attraverso una logica di mutuo soccorso tra contingenti dello stesso Corpo di Polizia”.

Si tratta, dunque, di applicare misure – sottolinea ancora – che non minano la certezza della pena.Ma che deflazionano sensibilmente la presenza in carcere. Alleggerendo gli istituti penitenziari.  Si tratta – dice – di ”una proposta costruttiva”. Da applicare subito. E volta a una gestione più razionale ed efficace dell’emergenza sanitaria in carcere. Altri paesi europei ed extra europei hanno adottato misure eccezionali. Il Santo Padre ha chiesto alle istituzioni italiane risposte creative. Noi chiediamo loro di non usare troppo la fantasia. Ma semplicemente di applicare la legge.E  usare le risorse umane incaricate dell’esecuzione penale”.

Intanto i radicali vanno all’attacco del governo. “Che – dicono – ha dimostrato ancora una volta di non cogliere la straordinaria gravità di questo momento. E di quanto il fattore tempo nel mettere in campo delle risposte adeguate sia essenziale. Per scongiurare che nelle carceri italiane si diffonda il contagio”.

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