Allarme Ocse: «Dal virus rischi senza precedenti per l’economia mondiale». Italia in stallo

2 Mar 2020 15:50 - di Redazione
Ocse

«Il più grande pericolo» dalla crisi finanziaria del 2007, che espone l’economia mondiale «ad una minaccia senza precedenti». Il coronavirus visto dall’Ocse ha le sembianze di un mostro, se possibile, ancor più temibile di quello che tiene in apprensione gli apparati sanitari di mezzo mondo. Un vero guastafeste, il Covid-19, se solo si pensa che a salutare il nuovo anno era stata la fiducia in ripresa a seguito della distensione commerciale tra Cina e Stati Uniti. Da allora, però, sembra passato un secolo: l’esplosione del coronavirus ha messo in ginocchio non solo l’economia del Gigante Giallo ma quella dell’intero globo. Un evento inatteso che ora costringe l’Ocse a tagliare di mezzo punto percentuale le stime di espansione generali per il 2020. Per l’Italia – ed è la più rosea tra le previsioni – si annuncia un anno a crescita zero.

Tagliata di mezzo punto la stima di crescita del Pil globale: 2,4

L’Osce ha lanciato allarme coronavirus nel corso della presentazione dell’Interim Economic Outlook 2019. Il suo documento è articolato in due scenari. Il primo, più favorevole, limita l’impatto dell’epidemia alla sola economia cinese, con rischi «deboli e contenuti» su Corea del Sud e Italia. Il secondo prende in considerazione il cosiddetto “effetto domino“, con un contagio più generale. In entrambi i casi, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico si appella ai governi affinché «agiscano immediatamente per limitare la propagazione del virus». Secondo l’Ocse le contrazioni produttive in Cina si stanno facendo sentire nel resto del mondo, dato il ruolo di primo piano che quella nazione ha nella catena di forniture globali, così come su materie prime e viaggi e turismo.

L’Ocse: «I governi facciano di più per fermare il virus»

«Le prospettive di crescita restano altamente incerte», dice l’Ocse prendendo in considerazione il primo scenario. Nel caso, probabilissimo, che si materializzasse il secondo, l’Ocse raccomanda «azioni coordinate multilaterali» ai governi per intervenire su più fronti. Il taglio di mezzo punto percentuale – 2,4 invece che il 2,9 dello scorso anno, considerato «già debole» – deriva dal primo scenario, quello in atto. E dire che soltanto a novembre gli economisti si aspettavano di confermare la performance del 2019. Il coronavirus li ha invece costretti a rifare i calcoli. Meglio dovrebbe andare nel 2021 con una crescita prevista al 3,3 per cento.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • tommaso bisi griffini 2 Marzo 2020

    sequestrare tutti i beni e le proprietà riconducibili allo stato comunista cinese e ai suoi dirigenti.