Salvini a Mattarella: «Riaprire tutto e far ripartire l’Italia. Entro otto mesi si può votare»
«Riaprire tutto e far ripartire l’Italia». È il messaggio di Matteo Salvini rivolto al presidente Mattarella durante l’incontro “cordiale” avuto al Colle. Il leader leghista, che ha chiesto di incontrare anche Conte, ha rappresentato al capo dello Stato le difficoltà del mondo produttivo. E la necessità di difendere il Paese dalle aggressioni economiche.
Salvini: «Al voto entro otto mesi»
Il leader del Carroccio ha parlato di emergenza nazionale. Prima di salire al Colle Salvini ha tenuto un incontro con la stampa. « L’ho detto e lo ripeto, con il massimo dello spirito costruttivo, noi non vorremmo che, dopo aver sottovalutato l’emergenza sanitaria si sottovalutasse l’emergenza economica. Se non verrà presa in mano subito, ogni ora che si perde è un’ora che non torna più».
Al presidente della Repubblica – ha annunciato ai gornalisti – porterò «il raccapriccio del fatto che invece di unirsi c’è chi provoca». Il riferimento è al premier che ha avviato inchieste su alcuni ospedali lombardi. Dopo aver parlato di “falle” nel sistema sanitario della Lombardia. Su Conte Salvini non ha dubbi: «Non sa affrontare nemmeno la normalità. Figurarsi un’emergenza». La Lega insomma conferma la «disponibilità per portare il Paese fuori dal pantano». E alle urne.
«Non voglio vedere l’Italia affondare»
«Sono stati quantificati 10 miliardi di euro di danni: non voglio vedere affondare l’Italia», dice ancora l’ex ministro dell’Interno che fissa la “scadenza” di otto mesi per il governo. «Prima si vota meglio è. Siamo in grado di votare da qui a 8 mesi? Probabile. Occorre però qualcun altro di più credibile di questo governo e di Conte per accompagnare il paese al voto. Se arriva qualcun altro, il sostegno della Lega c’è». A me la legge elettorale va bene così», dice ipotizzando un governo di transizione per andare alle urne. Ma senza Conte e il Pd. «Credo che la Meloni sia assolutamente d’accordo, chiedete a lei se vuole ancora Conte nei prossimi mesi. Se dice di sì non sono d’accordo con lei, evidentemente».
Niente pasticci o governi di salvezza nazionale. Quelli che invece guarda con favore il Pd che non è ancora pronto per il verdetto popolare. Goffredo Bettini, deus ex machina del partito di Zingaretti, esce allo scoperto. «L’unità d’azione nell’emergenza è un dovere di tutti. La formazione di un governo è una scelta politica. E noi con la destra sovranista e populista non possiamo fare alcun governo».