Passa la paura per Zingaretti, aumenta per Conte. La Santelli vince in Calabria, addio ai Cinquestelle

27 Gen 2020 6:00 - di Francesco Storace

Le elezioni che stanotte hanno dato il loro verdetto con Bonaccini confermato in Emilia Romagna non accelerano le elezioni politiche, sicuramente. Quindi, a meno di sorprese, si terrà il referendum per il taglio dei parlamentari e ci sarà il tempo per capire che succede a Palazzo Chigi.

Nulla è scontato. Zingaretti ha ricominciato a sorridere e ha le sue ragioni, dopo aver tanto temuto la sconfitta. Ma alla maggioranza di Conte manca una gamba importante, perché il crollo dei Cinquestelle non sarà indolore. Se tanto ci dà tanto, la protervia dell’apparato del Pd farà sentire il suo peso al premier e agli alleati, Renzi incluso. Chi comanda da quella parte adesso lo si sa.

Il centrodestra è ancora maggioritario in Italia

Poi, ci sono le cose da fare da questa parte del campo. Non ha molto senso continuare in ordine sparso, il centrodestra ha il dovere di ritrovare una strategia per tenere alta l’attenzione sugli svarioni di governo e le alternative che si propongono. Nell’equilibrio della coalizione, non si può più ignorare la straordinaria forza della destra rappresentata da Fratelli d’Italia. Non va dimenticato che nessuno dei candidati governatori apparteneva al partito di Giorgia Meloni, eppure la performance di Fdi in entrambe le regioni è stata di assoluto rilievo.

Anche nell’opposizione, dunque, nulla può essere più scontato e bisogna rispettarsi un po’ di più, cominciando a concordare le posizioni che si assumono. Perché in fondo conviene a tutti. Non serve fermarsi a lacrimare sulle elezioni che si allontanano. Intensificare l’azione comune può servire invece a trovare sempre più occasioni per mettere un difficoltà chi resta asserragliato a Palazzo Chigi.

Anche perché bisognerà smontare la storiella della “sconfitta”. In Emilia hanno vinto, con molta più fatica rispetto al passato, quelli che l’hanno governata sempre. Il resto d’Italia ha ammainato da tempo la bandiera rossa. Forse è rimasta – se resiste – solo la Toscana. Tutto il resto della Nazione guarda a destra. L’alternativa alla sinistra è ancora vincente, soprattutto con la fine delle chiacchiere pentastellate. Vero, manca il dettaglio delle elezioni politiche anticipate, ma questo non significa che abbiano la maggioranza quelli che oggi pensano di comandare anziché governare. L’opposizione continua ad avere più numeri popolari di chi sta a Palazzo Chigi. E’ un patrimonio da non sciupare.

Commenti

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  • Franco Prestifilippo 27 Gennaio 2020

    Questo è un risultato delle “sardine” e non del PD (anch’esso in via di disfacimento) così come ammesso dal sig. Zingaretti, tantè che in Calabria le hanno prese di santa ragione! Dovrebbero altresì ringraziare…… il prossimo Presidente della Repubblica Italiana ed il suo “entourage” altro che cantare vittoria!

  • giovanni vuolo 27 Gennaio 2020

    Davvero strana l’esultanza di Zingaretti dopo il risultato elettorale: mi sono chiesto come mai in Italia, dopo aver perso in Calabria, un’altra regione prima amministrata dalla sinistra, Zingaretti fosse così festante; poi mi sono dato la risposta : perché l’Italia è l’unico Paese dove governa chi perde.

  • maurizio pinna 27 Gennaio 2020

    Auspico che la Governatrice Santelli abbia la tenacia di tenere ben salde le redini di una Regione, difficilissima da guidare. Comunque due cose devono essere imperative, visto che trattandosi di un governo di destra i giustizialisti sanculotti monocoli non faranno sconti: MAI il benchè minimo sospetto di “strane connivenze” e massimo rispetto per il Popolo calabrese, visto che aria tira nel “Nord tanto liberale”.
    Sempre e comunque, in questa Italia giacobina e spesso anarco individualista, il Popolo del Sud ha saputo dare prove di grande umanità e differenza dei tiranni che governavano. Un anno dopo la sconfitta di Adua, che aveva anche comportato le dimissioni della Destra Storica e l’avvento al potere della Sinistra caciarrona di allora, furono fatti rientrare in Italia i reduci di Adua, nel cuore della notte, su un molo semiabbandonato, perché , secondo il Governo, colpevoli di essere sopravvissuti alla sconfitta. Ebbene su quel molo abbandonato ,senza lo straccio di una sola Autorità, aldilà dei Carabinieri per il servizio d’ordine, c’era il Popolo napoletano, nonostante tutto, che allo sbarco dei reduci ridotti al rango di galeotti proruppe un lungo applauso liberatorio , unico viatico di fronte a Istituzioni semplicemente menefreghiste. Ecco, la Governatrice si ricordi di tale considerazione storica e ne tragga il debito ammaestramento.

  • maurizio pinna 27 Gennaio 2020

    Ad urne spogliate, ora, a mente perfettamente fredda, possiamo dire che in Emilia Romagna esiste ancora un regime. Che nome abbia non lo so: partito comunista o pesce in barile o chissà quale altra diavoleria, l’ Emilia Romagna rimane un sistema sovietico che il Governo Centrale dovrà mantenere, come fossero migranti, perché la crisi del lavoro SICURAMENTE non migliorerà con le tasse e qualche canzone triviale, anche loro riceveranno i morsi profondi delle tasse e dei balzelli. Non vi è cosa peggiore per un popolo dell’ impunità del tiranno e che il Governatore di Bolsceviland sia un boiardo lo ha dimostrato ampiamente con le sue minacce e la sua misoginia. Un ultimo pensiero va agli sventurati ragazzini di Bibiano: rassegnatevi vi è rimasto solo Dio.