Compagno tu lavori e io magno. Ma a Piombino finisce la pacchia (video)

2 Gen 2020 6:00 - di Francesco Storace

Accade a Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo marittimo, che fino allo scorso anno era dipendente del comune di Gavorrano. Poi, l’amministrazione rossa di Piombino lo aveva reclutato e il poverino, con i tanti incarichi che ricopre, si era acconciato, in prova semestrale. Comuni che distano una quarantina di chilometri l’uno dall’altro tra le province di Grosseto e Livorno, una fatica improba.
Vuoi mettere che significa presiedere la Conferenza dei sindaci Ausl sud-est, la Società della salute Colline Metallifere e fare il membro della giunta esecutiva dell’Unione di Comuni Montani Colline Metallifere… Più amministrare un comune di mille abitanti e passa. Più la sottigliezza di guidare la locale federazione provinciale del Pd.

Risultato: in ufficio lo hanno visto poche volte, tra un permesso e l’altro. Al punto che l’amministrazione di prima – quella rossa come lui, ma di vergogna – non se la sentì, al termine del semestre di prova, di valutarlo e ne prorogò il contratto. Come facevano a giudicare uno che non vedevano…

Il sindaco nuovo ha aspettato la scadenza del secondo contratto e ha preso atto – sei presenze negli ultimi tre mesi… – che Termine continuava a inflazionare l’ufficio di permessi per le sue attività e ha deciso di porre fine alla sua esperienza di “lavoro”. No, non lo ha messo in mezzo alla strada, ma ha semplicemente detto no al rinnovo della “prova” e lo ha rimandato al comune di provenienza.

“Compagno, tu lavora che io magno”

Apriti cielo: il compagno segretario provinciale ha scatenato l’inferno nel nome del diritto a non lavorare – come ha maliziosamente notato il deputato di Fdi Giovanni Donzelli – scatenando dichiarazioni a proprio sostegno. Basta scorrere la pagina Facebook di Termine per rendersi conto della sua aspirazione ad un martirio inesistente.

Insomma, una nuova versione del classico “compagno, tu lavora che io magno”, che evidentemente resiste ancora nella Toscana che non sa come reagire all’”invasione” del nemico di destra, l’usurpatore Francesco Ferrari. Come si è permesso costui di vincere a Piombino? E chi gli da’ il diritto di pretendere che un compagno lavori per lui e per l’amministrazione? L’etica, signori, la morale. E non dite che ha licenziato il vostro dirigente. Ferrari ha semplicemente  recuperato un posto di lavoro in più per chi vuole faticare senza il permesso di non fare il proprio dovere.

Il solo fatto di alzare la voce contro il sindaco per non lavorare da’ la misura del livello di questa sinistra. E spiega perché hanno perso anche a Piombino.

Commenti

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  • Giuseppe Ragazzini 2 Gennaio 2020

    Bravo Ferrari, basta con la mafia rossa che è abituata fare i propri comodi in Toscana!

  • Bianchi 2 Gennaio 2020

    credo, senza dubbio, che il sindaco di Piombino abbia fatto il proprio dovere.