Salvini: «Viviamo in una democrazia sospesa. E il Colle tace. Se mi fanno fuori, ci saranno altri cento come me»

23 Dic 2019 12:09 - di Eugenio Battisti
Salvini

Dalla manovra blindata dal governo al nuovo corso della Lega. Dalla propaganda faziosa della Rai al silenzio di Mattarella sulla manovra. In una lunga intervista su La Verità firmata da Mario Giordano Matteo Salvini grida contro la democrazia sospesa. E si racconta. «Se mi fanno fuori, ci saranno altri centro Salvini». E ripercorre i primi mesi del Conte bis, il tradimento degli ex alleati. Le inchieste giudiziarie.

Salvini: democrazia sospesa, Parlamento espropriato

Del congresso del Carroccio parla come di un passaggio doveroso. «Non si cancella nulla ma si guarda al futuro». A Bossi deve eterna riconoscenza, dice Salvini che punta l’indice contro il Colle. Che tace di fronte all’esproprio del Parlamento. A partire dalla legge di Bilancio sul quale il governo ha messo la fiducia. E ha impedito do alla Camera la doverosa discussione.

Dell’ennesima inchiesta giudiziaria è arrabbiato, ma non certo preoccupato. «Questi giudici non ce l’hanno con me, ce l’hanno con gli italiani. Sarebbe un processo a milioni di italiani. Che sostengono il nostro operato, la chiusura dei porti e la difesa dei confini». E sfida le toghe, andrà alla sbarra anche se gli avvocati glielo sconsigliano. «Sarà una festa. Voglio vedere in faccia chi mi condanna a dieci anni di carcere perché ho fatto il mio dovere». Se la giunta per le autorizzazione a procedere dice sì e venisse condannato, lex vicepremier potrebbe incorrere nella Severino. Ed essere espulso dalla vita politica. Anche in questo caso il leader leghista rilancia. «Ci sarebbero un milione di persone pronte a raccogliere il mio testimone. Possono far fuori Salvini, ma dopo Salvini ce ne sono altri cento».

«Conte e Di Maio sono persone piccole»

Definisce squallido il comportamento di Conte, Di Maio e Bonafede sul caso Gregoretti. «Sono persone piccole», accusa il leader della Lega. «Saremo in grado di dimostrare che quella scelta fu condivisa». Un tradimento dovuto all’abbraccio con il Pd. «Chi tradisce i suoi ideali può tradire chiunque».

Il governo ha le ore contate. «Non si può andare avanti nel nome dell’odio e delle sardine» Il prossimo anno sarà decisivo: si vota in otto regione, la metà del paese. Verrà rimessa al centro la democrazia. Che oggi definisce “sospesa“. Con un governo delegittimato, nato contro la volontà popolare. «La maggioranza sta portando avanti una manovra a colpi di fiducia. Silenzi e decreti». E, quel che è peggio,  Mattarella sta a guadardare. Messaggio al Colle: «Non può dire che il Parlamento va bene se dà la figucia a Conte. E non va bene se si parla di tasse…».

La Lega è pronta per governare, più organizzata di prima. Con le idee chiare, anche in politica estera. «Abbiamo una maggioranza che sbanda pericolosamente verso Pechino e l’Iran. Noi vogliamo un’Italia dalla parte della libertà e della democrazia».

Della forte crescita di Fratelli d’Italia si dice contento in un logica di coalizione. «Se gli alleati si rafforzano c’è solo da essere contenti. Vorrei che anche Forza Italia tornasse sopra al 10 per cento».

E la Rai? «Non me ne occupo e non commento», dice Salvini. Ma non rinuncia a osservare che non fa servizio pubblico ma solo propaganda. E ben pagata.

Alla Meloni ha regalato un quadro

Ultima finestra del lungo colloquio: i regali di Natale. A Giorgia Meloni ha regalato un quadro. Per Berlusconi ancora nulla. «Che cosa si regala a uno che ha fatto tutto?». A Di Maio «il regalo glielo porterà il 6 gennaio la signora a cavallo della scopa». Conte non è nella lista. «Non è stato eletto nemmeno a livello condominiale». A Renzi augura serenità (perché gli avversari lo vogliono combattere con le perquisizioni e le sentenze»). Agli italiani vorrebbe regalare una pace fiscale generale. Per chiudere tutte le cartelle esattoriali pendenti. E un grande piano nazionale di abbattimento delle barriere architettoniche. Che regalo vorrebbe ricevere a sua volta Salvini? «Quelli che ho. E poi la possibilità di fare di più per gli italiani».

 

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