Repubblica ordina la carica. Boldrini, Boschi e compagni contro il Secolo d’Italia

28 Dic 2019 6:00 - di Francesco Storace

Il 26 novembre, un mese fa, abbiamo pubblicato anche noi una foto come quella dedicata a Salvini ma col volto di Berizzi. Apriti cielo, se ne sono accorti un mese dopo, ieri. Ci hanno accusato di incitare all’odio, quelli che stanno zitti quando l’odio colpisce quelli che avversano. Persino la Boldrini tira fuori la parola “vergognoso” riferita al vostro direttore. Lo fa anche la Boschi con parole simili, poi si buttano a pesce la Federazione della stampa (ma si becca la ferma replica del comitato di redazione del Secolo d’Italia), la solita Anpi, Fiano e coso, come si chiama, Fratoianni.

Si sono svegliati trenta giorni dopo…

Tutti si preoccupano che Berizzi non si faccia intimidire. In effetti, preferiremmo svegliarlo, visto che le notizie che lo riguardano dice di apprenderle dopo trenta giorni e suona l’allarme. Molto carina la Boschi: “In questo caso l’autore non è un militante della destra estrema, non i soliti razzisti e antisemiti che l’hanno minacciato in questi anni, ma il direttore di un giornale”. Orrore, vero? Quel direttore di giornale, cara Boschi, che l’ha tampinata per farle uscire una parola di bocca sul caso della sua deputata Occhionero, indagata a Palermo per un falso a favore del portaborse arrestato per mafia. Solo ora ritrova la parola, la capogruppo di Renzi.

Eppure, sarebbe stato bello leggere qualcosa a proposito dell’articolo di allora e non della foto che lo corredava. Inutile speranza, perché questi signori non sanno mai che cosa rispondere nel merito. Lanciano le loro accuse e poi passano alla pratica successiva, perché la demonizzazione del nemico è il fondamento del loro modo di “ragionare”.

Mi imbattei in giornalisti del genere tanti anni fa, era il 2005, ad una decina di giorni dalla fine delle regionali di quell’anno. Mi ritrovai mio padre – che era morto – sbattuto sulle colonne dell’Unità come torturatore di ebrei. Dalle date fu facile ribattere che nell’anno in cui si sarebbe dovuto cimentare in quelle azioni criminali egli avrebbe avuto dodici anni. Ovviamente era una montatura per la quale misero in mezzo un uomo anziano, appartenente alla comunità ebraica, per scagliarlo contro di me. L’Unità fu condannata a pagare.

p.s. Sono iscritto all’ordine dei Giornalisti da oltre trent’anni. Risparmiatevi prediche e bavagli rossi.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 4 Gennaio 2020

    Come puo’ una rispettabile testata di gioirnale cadere cosi’ in basso….??? Dovrebbe esserci un direttore che bacchetti i suoi dipendenti quando costoro orinano fuori del vaso, nella fattispecie del Berizzi che starnazza a destra e a manca sentenze che hanno del delirio o di una notte passata sotto un’incubo incombente che gli ha devastato il cervello. Sarebbe il caso che questi commenti, anche a monte del mio, possano essere trasmessi al direttore della REPUBBLICA, il quale credo non legga nemmeno quello che i suoi dipendenti scrivono. Per semplice correttezza verso una testata di giornale che sicuramente viene anche letta in altri Paesi ( da chi conosce l’italiano) evitando le brutte figure che stanno facendo come giornalisti italiani. Forse a costoro non farebbe ne caldo ne freddo tanto e’ profonda la lesione celebrale che il virus di togliatti ha lasciato nei loro poveri cervelli molti dei quali riciclati dall’Unita’. Egoisticamente, mi auguro che continuino su questa strada, perche’ aiuteranno la nostra lotta verso la correttezza, la coerenza e la giustizia. Buon lavoro.

  • Alan 30 Dicembre 2019

    Non è nuova questa strategia, io l’ho subita in maniera ben più violenta e lo sanno quanti negli anni 70 facevano politica.
    Ma lo sanno i compagni che essere messi a testa in giù per noi è un onore?
    Sopratutto i compagni lo conoscono il pensiero fascista?
    Vi sfido a non dichiarare il vostro pensiero ed a proporre con meno enfasi il manifesto di San Sepolcro, sarete considerati di sinistra. A me è successo.
    Auguri

  • Carlo Cervini 30 Dicembre 2019

    La Repubblica è la nuova Unità dell’ex PC, morta per finta…………..non è cambiato niente, anzi la metastasi si è espansa fino a conquistare tutti i gangli vitali del Paese e dei media………….bisogna combattere senza quartiere ne paura, ne va della libertà di ciascuno di noi. Forza Giorgia e colpisci duro !

  • Sergio Milini 28 Dicembre 2019

    Ormai si stanno parlando e pure scrivendo addosso
    dopo il ventisei gennaio spero si renderanno conto di aver superato il punto di non ritorno

  • MARIA ANGELA 28 Dicembre 2019

    La Sinistra è meglio che faccia un esame di coscienza (se ce l’ha) non si rende conto che ogni giorno, da quando è nata, ormai quasi un secolo, non fa altro che fomentare odio, calunnia e diffamazione per colpire l’avversario. D’altronde l’ignoranza ha solo questi argomenti!!!

  • Fab PITTANA 28 Dicembre 2019

    …….Amici,…..non si son dati piu’ pace dopo il parricidio…………!…..quel Sant Uomo…presto sugli altari……!…….amen….!

  • Nino 28 Dicembre 2019

    La stranezza è che questi radical chic e loro portatori d’acqua attribuiscono alla destra comportamenti improntati all’odio. Non si rendono conto (sarà un problema di salute mentale ?) che i loro atteggiamenti e comportamenti vari trasudano tanto odio!!!!

  • maurizio pinna 28 Dicembre 2019

    Il primo ad entrare in azione fu l’ Espresso, l’Ikra bolscevico, con la balla del golpe del Presidente Segni, un mansueto, dipinto come un pericoloso golpista, ideatore di un fantomatico piano “solo”, in cui i Carabinieri si sarebbero dovuti impossessare del POTERE “mussoliniano”. Segni non resse al martellamento sovietico , gli venne un ictus e poi morì. Sull’ Arma , proditoriamente attaccata, arrivò il primo fango della Res Publica. E’ da lì che partì la strategia della tensione, il poi sono balle. Certamente se tu metti uno dentro e fuori dalle galere, e non è eroico di suo, pur di stare un po’ in pace ti racconta di tutto e ti colpevolizza tutti, ma sono i metodi della GESTAPO, quelli sì. Poi arrivò la Pravda italiana e ce ne fu per tutti, purchè non appartenessero al rosso mucchio selvaggio, eterno battitore libero. Un florilegio: dai terroristi “vittime” dei servizi deviati, dai criminali dei gruppi di fuoco definiti “compagni che sbagliano”, all’ epopea di Mani pulite, passando per Berlusconi e finendo alla Meloni e a Salvini. Il tutto sullo sfondo di Piazzale Loreto, di una Destra che loro considerano da sempre illegale perché non può non essere fascista e di un avversario politico definito comunque il nemico da abbattere. I soccorritori di turno: nostra signora protettrice dei marxisti allo sciampagnino e monna lessico in arte “la pasionaria”.

  • Gianboldo 28 Dicembre 2019

    Grande Direttore.

  • alberti daniele 28 Dicembre 2019

    w Storax, forza Meloni , dai che liberiamo l’emilia-romagna
    denny il nero