Brambilla a Montecitorio con un maiale al guinzaglio: «Gli orrori sui suini sono documentati»

5 Dic 2019 14:59 - di Aldo Garcon
Brambilla

A spasso davanti Montecitorio con maialino rosa al guinzaglio, Dior. Maria Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali accende i riflettori sulle due proposte di legge a sua firma. Riguardano la protezione dei suini e l’obbligo di videosorveglianza nei macelli e negli allevamenti industriali. «È ora di affrontare seriamente il problema di una vita, quella di tutti gli animali intrappolati, come fossero macchine o materie prime, nelle catene di montaggio delle filiere alimentari di massa, una vita che della vita ormai ha poco o nulla. Basta con le fabbriche di carne senza il minimo rispetto per gli animali», afferma la Brambilla.

Brambilla in difesa dei suini

Una selezione delle immagini più significative è stata mostrata nella sala stampa della Camera. «Certi orrori – afferma Brambilla – sono ormai ben documentati. Il caso dei maiali in Italia, allevati al 99 per cento con metodi intensivi, è emblematico. Ciò nonostante, ai problemi, etici e igienici, posti da questi allevamenti la politica non dà risposte. Né a livello europeo (sarà interessante conoscere la posizione della nuova Commissione sull’Iniziativa dei cittadini per l’abolizione delle gabbie, che ha raccolto circa 1,6 milioni di firme). Né a livello nazionale. Con il mio progetto di legge sulla protezione dei suini (Ac 2285) intendo smuovere le acque formulando alcune proposte concrete. Il divieto di allevare in gabbia le scrofe gravide e in allattamento. Divieto di praticare la castrazione chirurgica dei suinetti. E ancora, divieto di effettuare interventi di mozzamento di una parte della coda e di riduzione degli incisivi dei lattonzoli e delle zanne dei verri se non effettuati da un medico veterinario. Devono essere effettuati con anestesia e somministrazione prolungata di analgesici».

I controlli annuali

Il testo stabilisce inoltre che i controlli annuali sul rispetto delle norme non riguardino «un campione statisticamente rappresentativo dei vari sistemi di allevamento». Come previsto attualmente, ma coinvolgano almeno «il 70 per cento dei suini allevati». «Si tratterebbe nel complesso – sottolinea l’ex ministro – di una vera e propria rivoluzione. Dato che oggi una scrofa d’allevamento trascorre buona parte della propria vita in gabbie che impediscono qualsiasi movimento. E che quasi il 100 per cento dei suinetti subiscono il taglio della coda e il 93 per cento la castrazione chirurgica. Nel 97 per cento dei casi senza anestesia e analgesia. Non si sa a quanti lattonzoli o verri siano ridotti gli incisivi».

Commenti

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  • otello pedini 6 Dicembre 2019

    Piantiamo di dare spazio a certi nulla vestiti di niente

  • tommaso bisi griffini 5 Dicembre 2019

    invito la Meloni a vietare la candidatura della brambilla nelle liste del centro destra.
    meglio che Maria Vittoria si offra volontaria per sperimentare i farmaci su se stessa, cosi’ la smette di dire cazzate.