Vauro l’irriducibile, la strage di Bologna è fascista. Il giallo sul cadavere ignoto non gli interessa

15 Ott 2019 16:41 - di Redazione
Vauro

Vauro Sanesi preferisce ancorarsi a verità indiscutibili. Dogmatiche. Così gli sviluppi sul processo per la strage di Bologna a carica di Gilberto Cavallini non scalfiscono le sue convinzioni sulla strage “fascista”.

“Improbabile che i risultati negativi del test del dna sui resti di Maria Fresu mettano in discussione il ruolo dei fascisti nella strage di Bologna. Ci sono altri elementi che provano la loro colpevolezza”. Così dice all’Adnkronos il vignettista  in merito alla scomparsa, di fatto, del corpo dell’85esima vittima e all’esistenza, dunque, di un’altra di cui nessuno ad oggi ha reclamato il corpo.

Vauro tira fuori anche Bibbiano

Poi Vauro tira fuori anche Bibbiano, come se sull’inchiesta fosse stata detta la parola fine: “Sulla strage di Bologna, come in quella di piazza Fontana, ci sono molte ombre e poche luci – continua – e la riapertura dell’inchiesta non può che trovarmi d’accordo. Altra cosa, però, sono le illazioni politiche. Facile prevedere, piuttosto, le strumentalizzazioni per poi far ripiombare la vicenda nell’oblio. Un po’ come accaduto per Bibbiano, con i parlamentari a sfilare con magliette e gli attacchi social: mentre il Tribunale sta sancendo l’insussistenza del ‘sistema Bibbiano’, la polemica sta scomparendo”.

Per la sinistra ci sono narrazioni intoccabili. Quella sulle stragi innanzitutto. Se si trovano elementi che mettono in dubbio le loro certezze, essi vanno semplicemente sminuiti o addirittura negati, come nel caso di Bibbiano.

Fortunatamente a sinistra c’è anche chi non ha perso la capacità di ragionare o semplicemente è più interessato di Vauro alla verità su quella tragedia luttuosa che ha insanguinato l’Italia.

Lo dimostra il post del giornalista del Manifesto Andrea Colombo: “Dunque tra le vittime della strage di Bologna ce n’è una mancante e una ignota e sconosciuta”. Una che si trovava talmente vicino all’esplosivo da restare dilaniata. Non una prova, ma un elemento su cui riflettere. Magari unito al fatto che in un albergo vicino alla stazione di Bologna ci fosse in quei giorni una donna con passaporto falso cileno. Un passaporto proveniente da una partita di passaporti cileni già adoperata da Carlos e dal suo gruppo.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 15 Ottobre 2019

    Soros, Rubio e Vauro! Era così importante farli vedere tutti e tre appaiati? Subito palla al piede e alle sabbie mobili!

  • Luca Lucci 15 Ottobre 2019

    Vauro, uno che rinnega tutto persino la figlia….what else!!!