Nazionalizzare Bankitalia, il ddl della Meloni piace al M5S. “Spero anche a Salvini…”

20 Feb 2019 20:12 - di Robert Perdicchi

Una svolta “patriottica”, sovranista, per riportare la Banca d’Italia nell’alveo dell’interesse nazionale che oggi, al di là del nome, risulta solo marginale rispetto alle decisioni sovranazionali della Bce ma anche rispetto al controllo della governance di via Nazionale. Nel ddl sulla “nazionalizzazione” di Bankitalia, presentato da Fratelli d’Italia, firmato da Giorgia Meloni e oggi incardinato in Commissione Finanze alla Camera, il punto dell’autonomia è in effetti prioritario e ben definito: si prevede che dal 1 marzo 2019 (ma la data è soggetta all’approvazione del ddl) le quote di capitale di Bankitalia possedute dai soggetti privati (le altre banche italiane) finiscano sotto il controllo del Tesoro attraverso un’acquisizione pubblica secondo il loro valore nominale. L’obiettivo è emancipare il massimo organo di vigilanza dalle lobby bancarie che di fatto lo condizionano, ma anche di rimettere al centro un ruolo di controllo e di indirizzo sull’economia nazionale che sappia riequibrare i giochini forzosi dello spread e i bazooka europei attivati, a comando, dai paesi che dominano in Europa.
Un disegno di legge che in Commissione ha trovato anche la sponda dei grillini: la relatrice sarà la deputata del M5S, Francesca Anna Ruggiero. “Sono contenta che il M5S ne abbia compreso l’importanza e mi auguro che lo stesso appoggio arrivi anche dalla Lega. In primis da Claudio Borghi, che dovrebbe sapere bene che qualunque vero disegno di rafforzamento dell’Italia non può che passare anche attraverso la proprietà pubblica di Banca d’Italia, così come dal ritorno alla Banca d’Italia delle riserve auree. Confido quindi che, su questo, chi un tempo parlava di autonomia monetaria adesso non storca il naso”, dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Critiche, invece, dalla sinistra, forse preoccupata da un eventuale allargamento della maggioranza giallo-verde sui singoli provvedimenti, se altre proposte di Fratelli d’Italia saranno accolte dal M5S: “Siamo meravigliati che un provvedimento così ampio e di portata così importante, venga esposto da una esponente del Movimento, proprio quel partito che già nella passata legislatura aveva presentato una proposta quasi identica. La domanda, politica, è sorta spontanea: il governo è d’accordo? Non abbiamo avuto risposta» spiega alla Stampa Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per il gruppo Leu. Paura?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Laura Prosperini 21 Febbraio 2019

    Magari….
    sarebbe un colpo da…Maestra, Stratega, l’unica vera politica, anche declinando al maschile “lungimirante” in Italia.
    FDI , se la giustissima e saggissima Nazionalizzazione andasse in porto, ne gioverebbe moltissimo
    sia in termini di enorme visibilità (sulle capacità strategiche – politiche)
    che di voti, ne sono convintissima.
    Battiamoci, dunque, per questa Sacrosanta Nazionalizzazione per il bene nostro, di tutto il nostro Paese e per indicare a tutti gli Italiani che FDI non solo si distingue da tutti gli altri Partiti ma lo fa in maniera convincente e funzionale, costruttiva e strategica
    lungimirante e Nazionale…quanto di meglio oggi si possa trovare in Italia.
    Magari!!!!!.