“Erba” selvaggia: FdI dichiara guerra ai negozi di “cannabis light”

26 Ago 2018 19:29 - di Davide Ventola

Fratelli d’Italia dichiara guerra ai grow shop dove si vendono prodotti a base di cannabis light. Con una proposta di legge ad hoc, presentata dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, il partito di Giorgia Meloni chiede di «colmare il vuoto normativo» attraverso l’introduzione del «divieto di importazione e commercializzazione della canapa leggera a fini ricreativi», «equiparando la fattispecie» al “reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope” disciplinato dal testo unico in vigore del ’90.

“Dalla Cannabis light alla droga libera”

«Sono contrario alla cannabis light – dice all’Adnkronos Rampelli, primo firmatario e relatore della pdl depositata a Montecitorio e pubblicata in questi giorni – L’Istituto superiore della sanità ha certificato la nocività di queste sostanze alcuni mesi fa. E poi, in ogni caso, sul piano culturale», la diffusione dei grow shop è «un evidente endorsement all’uso dei cannabinoidi che peraltro, già, dilaga tra giovani e giovanissimi. Il provvedimento, formato da un solo articolo – spiega – riporta la legislazione alla fase precedente in cui non era consentita la vendita di queste sostanze che vengono, invece, classificate a basso contenuto cannabinoide». Di fronte al boom di punti vendita di “droga leggera”, soprattutto a Roma, Rampelli mette in guardia dal rischio che dietro la commercializzazione di della marijuana light si finisca per legalizzare la vendita di sostanze nocive alla salute. Da qui la necessità di modificare la legge del 2 dicembre 2016 attualmente in vigore in materia di “promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”: «Tale nuovo quadro legislativo se da un lato ha rilanciato la produzione italiana di canapa, una pianta dalle numerose potenzialità nei più disparati settori di utilizzo, dall’altro, ha avuto l’effetto collaterale di aprire il varco alla cannabis ‘leggera’ legale».

“Tra le pieghe della legge si liberalizza la cannabis”

«È evidente – sottolinea Rampelli nella relazione di presentazione della pdl – che questa norma di salvaguardia, concepita originariamente per il coltivatore, in concreto, ha esteso (per analogia in bonam partem) la propria sfera di influenza in relazione alla successiva attività di commercializzazione del prodotto, assumendo il carattere di scriminante anche per il soggetto che ponga in vendita piante o sostanze che risultino, per certificazione, conformi ai limiti indicati». La legge, spiega, «in effetti fissa alcune destinazioni d’uso: alimenti e cosmetici, semilavorati per applicazioni industriali, prodotti per la bio-edilizia, e così via: manca, però, alcuna menzione alla possibilità di commercializzare le infiorescenze per uso ricreativo». Tra «le pieghe della legge«, denuncia il vicepresidente della Camera, gli “imprenditori più lungimiranti hanno quindi adocchiato immediatamente la possibilità di commercializzare liberamente le infiorescenze ottenute dalle coltivazioni legali: se il prodotto venduto espressamente per essere fumato violerebbe diverse normative sanitarie, non ci sono invece norme esplicite che vietino la commercializzazione come deodorante per ambienti o articolo da collezione».

Dietro i biscottini alla cannabis un business pericoloso

«E per il nostro ordinamento legale -mette in guardia Rampelli- se qualcosa non è vietato espressamente equivale ad essere permesso». Intanto, «grazie a questo nuovo business, sono molte le persone che si avvicinano alla marijuana. E se c’è differenza a livello di effetto, non c’è differenza a livello di utilizzo. La cannabis leggera non ha effetti psicotropi (creati da alti livelli di Thc), ma fumata, avvertono gli esperti, è comunque dannosa per la salute”. Negli ultimi mesi, in Italia, sono oltre 600 i punti vendita aperti, che espongono in vendita vari prodotti a base di cannabis, dagli olii alle tisane, alle bevande energetiche fino ai biscottini. Da ultimo, ricorda Fdi, anche il Consiglio superiore della sanità si è espresso “contro la vendita dei prodotti a base di droga leggera, avvertendo che ‘non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa’ e raccomanda di attivare le misure necessarie a bloccare la libera vendita di tali merci, “nell’interesse della salute individuale e pubblica”. Secondo il Consiglio della sanità, inoltre, avverte Rampelli, non è stato valutato il rischio «connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni», che può essere dannoso in caso di alcune patologie, di uno stato di gravidanza o allattamento, di interazioni con farmaci. «Conseguenze negative potrebbero verificarsi anche a seconda dell’età».

Commenti

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  • ALESSANDRO 18 Settembre 2018

    Certo…allo Stato italiano ed alla Sanità ovviamente “conviene” di più che continuino ad essere venduti tabacchi e alcool coi loro effetti devastanti piuttosto che un prodotto che potrebbe “giovare” alla salute fisica e psichica di qualcuno. Al di la delle infiorescenze, sulle quali si può anche discutere su proprietà benefiche ecc, la cannabis nativa negli altri paesi è da sempre utilizzata anche in altri cento modi, dagli olii per alimenti a tisane rilassanti, unguenti, creme di bellezza, prodotti doposole, prodotti per pelle e capelli, saponette, shampoo e bagnoschiuma, addirittura prodotti after-bite e pannolini per neonati a base di olio di canapa. Ma ripeto questi sono solo alcuni degli usi. I prodotti sono centinaia. La realtà è che in questa oramai Italietta siamo e saremo sempre un paese di bigotti con mentalità ferma agli anni ’50 ed è per questo che tutti gli altri paesi europei ci stanno superando mentre noi stiamo regredendo. Povera Italia…e intanto gli altri ridono di noi!

    • ALESSANDRO 18 Settembre 2018

      Ovviamente volevo scrivere SATIVA…non nativa 🙂

  • Stefano Tanzi 28 Agosto 2018

    Mentre in tutto il mondo ormai si discute su quale sia la strada giusta per legalizzare una “pianta” dai mille usi e benefici anche ludico perchè no. In Italia scrivono ancora queste fesserie belle e buone sembra di tornare alle pubblicità americane del proibizionismo dove uno si fumava l’erba e poi andava prima a farsi una pera e poi a ammazzare qualcuno.

    Ma smettiamola per favore.

  • Acroterio 27 Agosto 2018

    RIDICOLI.

    LEGALIZE

  • paleolibertario 27 Agosto 2018

    In teoria sarei per la completa liberalizzazione di tutto. Il problema è che chi assume droghe usufruisce della sanità pubblica, che è pagata anche da chi non fa uso di droghe. Un conto è contribuire a una sanità alla quale accede chi ad esempio si fa male lavorando, altro conto è pagare le spese sanitarie di chi “se la va a cercare”..

    • A.P. 28 Agosto 2018

      Vorrei ricordare che la cannabis oltre ad essere già legale in altre nazioni è anche un medicinale, ed è legale in italia la cannabis a scopo medico, (viene coltivata direttamente dai militari italiani e non si tratta della “cannabis light”). Questo per dire che legalizzarla non aumenterebbe i costi della sanità proprio perchè può essere usata come medicinale.

      • Fabio Papapicco 30 Agosto 2018

        Paese troppo umile…ammettere che si ha sbagliato in principio costa fatica…

  • sergi 27 Agosto 2018

    Grazie al ritorno della Cannabis rivoluzione, grazie alle sue innumerevoli sostanze la Cannabis interviene positivamente su patologie anche gravi come glaucoma, sclerosi, crisi convulsive, morbo di Cromn, asma, disappetenza, dolore.

  • Giuseppe Tolu 27 Agosto 2018

    Sia messo tutto a ferro e a fuoco

  • 26 Agosto 2018

    Buonissima notizia!