Confiscati beni per 400 milioni di euro: ex deputato regionale in trappola

10 Ago 2018 8:26 - di Liliana Giobbi

Beni per un valore di oltre 400 milioni di euro. Questo il bilancio della confisca della Dia di Palermo all’ex deputato regionale Giuseppe Acanto, 58 anni, ritenuto vicino a Cosa nostra. La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha dato esecuzione a un decreto di confisca di beni, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale di Palermo. Il provvedimento, emanato a seguito di proposta di misura di prevenzione patrimoniale formulata dal Direttore della DIA, «scaturisce dagli esiti di una complessa attività investigativa che, già in passato, aveva consentito di accertare la gestione, da parte di Acanto, della contabilità di società riconducibili alla famiglia mafiosa di Villabate (Palermo)». Particolarmente significative «sono apparse le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Francesco Campanella, braccio destro di Nino Mandalà – dicono gli investigatori -. Quest’ultimo, boss di Villabate di stretta “osservanza” corleonese, fra gli anni 2002 e 2004 ebbe l’incarico di gestire un periodo di latitanza dell’allora ricercato Bernardo Provenzano curandone gli aspetti logistici, assistenziali ed amministrativi legati al ricovero in una casa di cura a Marsiglia». L’attività della Dia ha permesso di accertare come Acanto, fin dagli anni ’90 «fosse socio in affari illeciti con Giovanni Sucato il cosiddetto “mago dei soldi” che, dopo aver truffato migliaia di persone (tra cui anche alcuni appartenenti a cosa nostra), sparì poi con un ingente capitale e il cui cadavere, nel 1996, fu trovato carbonizzato all’interno della propria auto».

Anche Acanto, dopo aver subito l’incendio nello studio professionale si rese irreperibile. Nel 1994, «dopo essere stato perdonato, grazie alla mediazione di elementi di spicco della famiglia di Villabate, riprese l’attività di commercialista, dedicandosi alla costituzione di società in nome e per conto degli uomini d’onore -dicono dalla Dia – In quell’ambito, riuscì a trovare interlocutori privilegiati all’interno dell’amministrazione del Comune di Villabate (in seguito sciolto per infiltrazioni mafiose) facendosi nominare Direttore del locale Mercato Ortofrutticolo e avvicinatosi all’attività politica, si occupò di sviluppare ogni operazione economica d’interesse della locale famiglia mafiosa, come la costruzione del Centro Commerciale. Candidato alle elezioni amministrative del 2001 con la lista Biancofiore, con il sostegno della cosca locale, risultò il primo dei non eletti, riuscendo poi comunque ad accedere ad un seggio all’Assemblea Regionale Siciliana».
La confisca ha interessato beni mobili ed immobili, rapporti bancari, intero capitale sociale e relativi compendi aziendali, nonché quote societarie per un valore stimato di oltre 400 milioni di euro. Acanto inoltre, è stato ritenuto dal Tribunale di Palermo «socialmente pericoloso» e per questo sottoposto a sorveglianza speciale di P.S. per anni quattro a partire dal 2018.

 

Commenti

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  • Pino 1° 10 Agosto 2018

    Le ONG appaiono chiaramente come costituzione di uno stato sovranazionale formato da diverse etichette ma uniformemente gestito, che ingerisce nelle libertà delle nazioni e dei popoli. La nuova SPECTRE di Soros e tanti altri potentati mafiosi, collusi con tutto quello che di peggio possa essere sviluppato ovunque, dovrebbero essere messe al bando, perseguite per delitto di attentato alla autodeterminazione e stabilità dei popoli liberamente votanti ! Ricordiamo l’invio di agenti di amnesty a roma per identificare personale di polizia italiana durante le manifestazioni per accusarlo di violenze contro i centri sociali e nelle manifestazioni, insieme ad altre preoccupanti ’emergenze’ che le accompagnano ! Si tratta di un pericolo vero, già ora, non potenziale, ma, reale, che viene tollerato dalle organizzazioni mondiali a cui appartengono unhcr-save the cildren-msf-amnesty international- e centinaia di associazioni similari che usufruiscono di immensi patrimoni e fondi provenienti da molteplici parti ,stati compresi,la maggior parte dei quali di ignota provenienza, sulle quali la dormiente europa dovrebbe investigare con preoccupazione se non fosse che i maggiori azionisti sono germania, francia, belgio, inghilterra ! Possiedono navi, aerei comunicazioni satellitari. Preoccupante che arrivino prima loro dell’esplodere delle guerre di teatro come se ne fossero portatori e non supporter di necessità umanitarie, facendo supporre che non ci sia solo fatale casualità ma ‘stimolata’ necessità di una loro conseguente presenza!

  • Giuseppe Forconi 10 Agosto 2018

    Povera Italia, ancora con questa mafia. Date mano libera ai carabinieri, ci penseranno loro a chiudere la partita. Niente giudici ne processi.