Migranti, la Casellati in missione negli Usa: «L’Italia ha fatto fin troppo…»

26 Giu 2018 10:56 - di Giorgio Sigona

Nessuno può permettersi di mettere sotto accusa il nostro Paese. «Siamo stati e siamo i più accoglienti, ma lasciati troppo soli ad affrontare i flussi migratori…». È la considerazione espressa in un’intervista al Corriere della Sera dalla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti, per una serie di incontri a Washington e New York, dove sottolineerà l’esigenza di un accresciuto impegno della Nato per «monitorare i flussi migratori fuori controllo», il ruolo dell’Onu e degli hotspot perché, «a tutti i livelli, il vero tema è la distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo». Proprio la Nato è uno degli argomenti “caldi” del rapporto tra Italia e Usa, che sollecitano un nostro maggiore impegno economico. «La questione finanziaria – fa notare la presidente del Senato – è solo uno dei temi che investe il futuro della Nato. Un futuro che appare sempre più centrale rispetto all’evoluzione degli scacchieri internazionali. Penso ad esempio al Mediterraneo, all’emergenza rappresentata dai flussi migratori fuori controllo e alla minaccia del terrorismo. Tengo a precisare che nonostante la non facile congiuntura, l’Italia si è impegnata nel tener fede ai propri impegni economici, ma che le cifre di per sé non evidenziano la riconosciuta eccellenza del nostro contributo alle diverse operazioni». Tra Ue e Usa è in atto un braccio di ferro dei dazi su acciaio, alluminio e veicoli importati negli Usa. «Imporre dazi unilaterali – osserva Casellati – potrebbe dare l’illusione di vantaggi nell’immediato, ma non affronta il vero tema della competitività. Su questo registro posizioni identiche o comunque molto simili da parte delle principali organizzazioni di settore: industriali, commercianti, artigiani, agricoltori. È evidente a tutti che nella regolamentazione degli scambi internazionali c’è ancora tanto da fare, dalla tutela dei marchi e dei brevetti alla lotta alla contraffazione, anche nel campo alimentare».

Con la Russia è auspicabile un ritorno allo spirito di Pratica di Mare? «Assolutamente sì – risponde la presidente del Senato – Tornare allo spirito di Pratica di Mare del governo Berlusconi vorrebbe dire riaprire un dialogo senza posizioni preconcette, favorire la collaborazione istituzionale e mettere in primo piano i tanti temi che possono più unire che dividere. La collaborazione in sede Onu – dice ancora Casellati – è un aspetto storico e qualificante delle relazioni internazionali italiane. La scelta di mettere sempre in primo piano il multilateralismo è per il nostro Paese un convincimento radicato e condiviso. Sui temi dei diritti umani, anche rispetto alla tenuta sociale e politica del continente africano, il dibattito è aperto. Dagli hotspot a una maggiore presenza ed efficacia della cooperazione internazionale, sono diversi gli aspetti che nell’immediato saranno al centro delle scelte anche dell’Onu. L’Italia può rivendicare quanto fatto in questi anni. Siamo stati e restiamo i più accoglienti, ma lasciati troppo soli a fronteggiare flussi che derivano da fenomeni contingenti e da situazioni economiche strutturali. La distinzione tra richiedenti asilo politico e migranti economici è il vero tema che dovrebbe essere affrontato. A tutti i livelli».

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