“Loro” di Sorrentino stroncato da destra e sinistra: «Banalità su Berlusconi»
Nel giorno del suo debutto nei cinema italiani, un lungo articolo di Dagospia mette in fila tutte le recensioni uscite finora sul film “Loro”, dedicato alla vita e alle attività politiche e non. E i giudizi, anche dalla testate notoriamente ostili al Cavaliere, sono davvero sconfortanti: dopo una iniziale recenzione generosa di Repubblica, nella sala dove il regista Paolo Sorrentino riceve i cronisti “(«qualche applauso…», è la descrizione non entusiastica della claque), arriva Emilio Morreale ad affondare il coltello: «”Loro” risulta così, in questa prima parte, ancora sbilenco e disarmonico, e l’ idea che si affaccia, di un Berlusconi cupo, stanco, coatto di un godimento che non è nemmeno suo, finisce col riverberarsi sul film rendendolo monocorde, col rischio di cadere, dopo un tripudio di giovani corpi, nella vecchia conclusione che “la carne è triste”».
Il Corriere della Sera, con Paolo Mereghetti, sembra deluso: «A Sorrentino non interessava raccontare la storia politica di Berlusconi bensì la sua anima di venditore di sogni, ma bisogna dire che in questa prima parte di sogni e di anime ce ne sono davvero pochini….», mentre Luigi Mascheroni del Giornale, parla di film divisivo, come sempre, quando si parla di Berlusconi.
Duro anche il giudizio del giornale più anti-berlusconiani di tutti, “Il Fatto”, con Federico Pontiggia che spiega perché il film non abbia trovato posto a Cannes: «Non c’ entrano i supposti timori del festival per ripercussioni legali, né una resa cinematografica forse meno brillante del previsto, ma crediamo una rappresentazione delle donne poco edificante, lontana anni luce da quell’ empowerment femminile che oramai è una calda raccomandazione, se non una tacita prescrizione. In tempi di #metoo e Time’ s Up, e con presidente di giuria sulla Croisette una pasionaria quale Cate Blanchett, un peccato mortale. Anzi, un divieto d’ accesso».
Per Alessandra De Luca di Avvenire, scrive Dagospia, “è proprio il mistero dell’ uomo Berlusconi più che del politico, ad attirare Sorrentino. Un mistero che alla fine del primo film rimane e lascia perplessi”. Secondo Giovanni Rubertini, di Rolling Stones, “alla fine resta la sensazione, per usare un po’ di slang alla Bagaglino, che Sorrentino ci abbia preso per il culo, facendo un film su Berlusconi – e sul potere e la fica che gli girava intorno – ma dichiarando la finzione (forse, come si diceva, perché l’immaginario di quel mondo in quel periodo è più forte di quello del film) e mostrando alla spettatore ciò che non è più né sogno, né cinema, neppure pornografia, ma lunghe Instagram Stories che il nostro software sociopolitico non ha mai cancellato”.
Ironico Francesco Specchia su Libero: «I berlusconiani accesi non potranno accendere la loro rabbia preventiva per questo film. Forse lo faranno, ingolositi, dalla seconda puntata. Semmai, da un punto di vista del racconto politico ci si può chiedere se dopo anni di cassa mediatica, reportage, processi, documentari, sia ancora necessario tornare su una vicenda sviscerata all’ impossibile. Cui prodest? E, specie in un momento di declino per il vecchio Silvio, quanto influirà l’ esprit artistico di Sorrentino sul destino del centrodestra italiano? Ah, saperlo…». Claudio Siniscalchi sulla Verità boccia il film, ma solo nella sua prima parte: «Non è il ritratto (almeno per adesso) delle pagliacciate della sinistra girotondina di Draquila o del Caimano. Loro 1 è un film autentico, complesso, ridondante, metafisico, barocco. Un film che purtroppo spreca un’ ora abbondante con una premessa che sembra il prolungamento del film che ha spianato la strada del successo internazionale a Sorrentino: La grande bellezza». Infine Mariarosa Mancuso per il Foglio: «Anche esteticamente, “Loro” è piuttosto misero, il trasferimento sui prati all’inglese delle ville in Sardegna non giova. Meglio la piscina con le pasticche colorate: ora il regista saccheggiato da Sorrentino è Martin Scorsese, non più Federico Fellini. Visto il film, è inutile che Berlusconi si scomodi a commentare».
Ma quando lo fanno un film su tutti i politici inutili e pieni di “scheletri negli armadi “della sinistra italiana?
ci sarebbe da ridere se le vicende in questione, enfatizzate a dismisura dai media nonché dalla “Giustizia”, non avessero contribuito alla delegittimazione dell’Italia e del suo Governo e conseguente balzo dello spread, e successivo avvio del tracollo dell’economia italiana grazie ai provvedimenti dei “professori”
Tutti film di sinistra , fatti da registi che non si capisce cosa vogliano far capire e cmq di sinistra e al solito contro Berlusconi . Ricominciamo !