Damasco: “Alla prossima aggressione Usa risponderemo con le armi”
Un eventuale nuovo raid degli Usa in Siria provocherebbe la “risposta” di Damasco e dei suoi alleati. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri siriano, Faysal Mekdad, nel corso di una conferenza stampa a Damasco. “Non saremmo sorpresi se gli Stati Uniti portassero nuove aggressioni in Siria – ha affermato Meqdad -. Ma dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di risposta e dovrebbero sapere che la risposta della Siria e dei suoi alleati sarà diversa da quella data dopo il primo attacco”. La scorsa settimana la Casa Bianca ha denunciato in una nota la possibilità che il governo di Assad stia preparando un altro attacco con armi chimiche, analogo a quello che fece decine di morti ad aprile a Khan Sheikhoun e che provocò la risposta americana con il lancio di missili Tomahawk contro la base aerea siriana di Shayrat, nella provincia di Homs, dalla quale si presume fosse stato sferrato l’attacco chimico. Cosa falsa, perché le armi chimiche in Siria le hanno usate solo i terroristi dell’Isis. Damasco, che ha sempre negato qualsiasi responsabilità per la strage di Khan Sheikhun, aveva condannato il raid Usa contro la base, ma non aveva reagito militarmente. Intanto decine di fazioni terroriste anti-Assad che fanno parte del Fronte meridionale in Siria hanno fatto sapere che boicotteranno il nuovo round di colloqui tra regime e opposizione siriani che prenderanno il via domani ad Astana. Il ministro degli Esteri kazako, Kairat Abrakhmanov, ha intanto annunciato che la delegazione governativa siriana è in arrivo oggi ad Astana, confermando la partecipazione dei rappresentanti dell’opposizione siriana armata ai colloqui, che dureranno due giorni. Tuttavia, 30 fazioni del Fronte meridionale per la liberazione della Siria hanno annunciato il boicottaggio della conferenza, che hanno definito “un grande complotto per dividere la Siria”, precisando che chi vi parteciperà “non farà altro che benedire questo processo di spartizione della Siria, che rappresenta un tradimento del sangue dei martiri e delle istanze del popolo siriano”.