Sprechi alimentari, come evitarli a partire dalla spesa. Ecco il decalogo
In materia di sprechi alimentari siamo tra i primatisti mondiali e pensare che invece, addirittura, ultimamente si continua a ripetere che con gli avanzi si potrebbe sfamare il 30% della popolazione del pianeta, visto che un terzo del cibo che viene prodotto va a finire nella pattumiera. Solo in Italia, quello che si butta via dalla tavola, equivarrebbe all’1% del Pil, ovvero 16 miliardi di euro: nelle nostre case, allora, la voragine degli sprechi pesa 145 kg annui a famiglia, per un costo pari a 360 euro (dati Osservatorio Waste Watcher).
Arriva il decalogo anti sprechi-alimentari
Decisamente una cattiva abitudine, quella di lasciare pietanze nel piatto, che induce a una riflessione seria, utile a una quanto mai provvidenziale inversione di tendenza, a partire dalle abitudini di ognuno di noi, e per farlo basterebbe seguire alcuni piccoli accorgimenti. E così, a stilare il decalogo delle buone abitudini, ha provveduto – tra gli altri – Andrea Segrè, fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero. Dunque, il decalogo minimo dal forcone alla forchetta chiude il libro di Segrè Mangia come sai. Il cibo ci nutre o ci consuma? (Editrice Missionaria Italiana), che chiude l’ideale trilogia dell’economista dedicata al cibo e affronta l’atto del mangiare come atto al contempo agricolo, economico, etico e politico. Partendo dal presupposto che oggi gli ipernutriti sono quasi il doppio dei denutriti (800 milioni di persone) e che il 50% della popolazione mondiale potrebbe nutrirsi in maniera sufficiente con gli sprechi alimentari, il volume ribadisce e argomenta l’importanza di un alimentazione corretta nelle quantità e nella qualità. Un pieno di biocarburante (etanolo) di un’automobile potrebbe sfamare una persona per un anno intero. Il cibo contraffatto in Italia dalle agromafie (60 miliardi di euro) vale quasi il doppio dell’export alimentare (36,8 miliardi di euro), basato su quasi 900 prodotti Dop e Igp dell’agricoltura italiana. E molto altro ancora. Ecco, allora, il decalogo conclusivo del volume, riassunto in uno schematico compendio.
1) Prima regola: fare sempre la lista dell’occorrente quando si va a fare la spesa.
2) Liberarsi dalle “sirene del marketing” e fare acquisti consapevoli.
3) Leggere bene le etichette dei cibi che si vuole acquistare.
4) Prediligere alimenti locali e di stagione.
5) Conservare bene gli alimenti in frigo e in freezer.
6) Usare la fantasia con gli avanzi del giorno prima.
7) Condividere con i vicini il cibo in eccesso.
8) Al ristorante chiedere sempre il family bag.
9) Insegnare ai figli il valore del cibo.
10) Pensare e agire sostenibile e circolare.